Gilles Villeneuve ed suo ultimo volo: ecco i motivi della sua scomparsa

L’8 maggio del 1982 se ne andava Gilles Villeneuve, coinvolto in un terribile incidente in Belgio. Il botto fu davvero terribile.

Uno dei piloti più amati della storia della F1 è senza ombra di dubbio Gilles Villeneuve, soprannominato “L’Aviatore”. Nato in Canada, a Saint-Jean-sur-Richelieu, il 18 gennaio del 1950, questo ragazzo seppe far innamorare tutti di lui durante la sua breve carriera, che termino in modo tragico ormai oltre quarant’anni fa.

Gilles Villeneuve (ANSA)
Gilles Villeneuve e la terribile morte in pista (ANSA)

Gilles guidò per la Ferrari per diverse stagioni, ed il miglior risultato in campionato fu il secondo posto ottenuto nel 1979, alle spalle del compagno di squadra Jody Scheckter, a bordo di quella magnifica T4 progettata dall’ingegner Mauro Forghieri che dominò la scena in quella stagione.

Villeneuve vinse solo sei gare nella sua carriera, ma è ricordato per quel modo spettacolare in cui riusciva a guidare, ottenendo la fiducia e l’amore del pubblico. Come detto, la sua vita venne spezzata da giovanissimo, a causa di un terribile incidente, il suo ultimo volo.

Villeneuve, la terribile scomparsa di Zolder

La morte di Gilles Villeneuve venne determinata da un antefatto, un beffardo scherzo del destino che risale a 13 giorni prima rispetto alla sua scomparsa. Il Gran Premio di San Marino del 1982 venne dominato dalle Ferrari, ma Didier Pironi, suo compagno di squadra ed amico, tradì la fiducia del canadese superandolo a pochi giri dalla fine, quando ormai le posizioni erano blindate.

Per Gilles fu un duro colpo, e questa sua rabbia la portò dentro di sé sino al Gran Premio del Belgio, previsto a Zolder per il 9 di maggio. Nelle qualifiche, Villeneuve era dietro a Pironi, e cercò di fare di tutto per superarlo, arrivando a trovarsi coinvolto in un incidente che gli fu fatale.

Alle ore 13:52 di sabato 8 maggio 1982, Gilles arrivò alla Terlamenbocht, “la curva del bosco”, trovandosi davanti la March di Jochen Mass. A causa di un’incomprensione, la Ferrari 126 C2 di Gilles prese in pieno il suo collega, volando in un infinito cappottamento, che portò il sedile del pilota a staccarsi, lanciandolo in un volo di diverse decine di metri.

Nel ricadere, Gilles andò a sbattere la testa contro un paletto delle protezioni, ed anche il resto del corpo riportò numerose lesioni. A quel punto, si capì che le condizioni erano disperate, ed in giro per il web ci sono diverse immagini che ritraggono il colpo del piccolo Gilles che è praticamente esanime a bordo della pista, forse ormai già morto.

Il trasferimento alla Clinica Universitaria di Lovanio fu immediato, con la moglie di Jody Scheckter, che era a Monte-Carlo, che si precipitò a casa di Gilles dalla moglie Joann, per poi partire insieme con un volo privato alla volta del Belgio, per raggiungere suo marito ormai al capezzale.

Nel corso della serata, la donna diede il permesso ai medici di staccare la macchina cuore-polmone che lo teneva in vita, visto che non c’era alcuna possibilità che Gilles potesse salvarsi. Terminò così la storia di uno dei piloti più amati ed idolatrati di sempre, che lasciò la vita terrena diventando una leggenda.

 

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