Riforma fiscale 2023, è addio a cartelle esattoriali e ruoli

La riforma fiscale è in calendario e non può più essere rinviata. Cosa cambierà nel rapporto tra Fisco e contribuenti? Ecco una panoramica sulle principali novità in arrivo.

Uno dei grandi obiettivi del Governo nel 2023 è il varo della riforma fiscale, da molto tempo attesa dai contribuenti e professionisti al fine di razionalizzare e semplificare, ove possibile, i rapporti tra cittadini ed Agenzia delle Entrate.

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In questi giorni sul tavolo del consiglio dei Ministri vi è infatti anche il ddl sulla riforma fiscale. Principio guida della revisione di questa complessa materia sarà il seguente: più il datore di lavoro assume e minor oneri fiscali subirà. Ma in verità la nascente riforma fiscale sarà attuata seguendo più punti di riferimento, ovvero anzitutto la riduzione della pressione fiscale, un rapporto più equilibrato tra contribuente e Fisco e una spinta maggiore al contrasto di chi evade le tasse.

Tra le novità di sicuro interesse, il fatto che la riscossione e i rimborsi saranno più veloci, nell’ottica di sburocratizzare il sistema e spingere il contribuente ad adempiere ai suoi obblighi di natura fiscale. All’orizzonte si vede il superamento del ruolo e della cartella esattoriale, ritenuti parte integrante di un sistema che ha mostrato nel tempo la sua inadeguatezza. I dettagli.

Riforma fiscale 2023: cenni generali

La necessità di una riforma organica e strutturale ben si comprende se pensiamo che nel magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione giacciono centinaia di miliardi di debiti fiscali non saldati. Urgono dunque novità sostanziali che favoriscano in qualche modo il recupero di queste ingentissime somme.

Di fatto la riforma fiscale è formata da 22 punti suddivisi in 5 parti, ovvero: principi generali e tempi di attuazione; tributi; iter e sanzioni; testi unici e disposizioni finanziarie.

Nella riforma fiscale non lontana dal varo, i contribuenti saranno stimolati ad adottare un corretto approccio al Fisco e ai connessi obblighi. Sarà infatti introdotto una sorta di meccanismo di ‘premialità’, grazie al quale al cittadino sarà inflitta una sanzione inferiore in caso di collaborazione (pur tardiva) con l’Erario.

Riforma fiscale: addio a cartelle esattoriali e ruoli?

La nuova legge di riforma del fisco dovrebbe archiviare i ruoli, per spingere verso pignoramenti e ipoteche più veloci. Proprio così: potrebbe essere giunta al capolinea la cartella esattoriale, notificata ai contribuenti che non pagano le imposte, le tasse o le sanzioni.

E se è vero che la cartella con i ruoli potrebbero scomparire con la prossima riforma fiscale, non c’è soltanto questo: anche i termini di prescrizione si allungheranno per favorire ulteriormente il recupero delle somme non pagate dai contribuenti alle Entrate.

Sono queste le novità di maggior rilievo sul tavolo del Governo in questi giorni, nell’ottica di rendere più celere il recupero dei crediti fiscali. Perciò non avremo più lungaggini o farraginosi ingranaggi burocratici quando si tratterà di procedere a ipoteche e pignoramenti, in particolare presso terzi – vale a dire sui conti correnti dei contribuenti.

Perciò in futuro ruolo e cartella saranno mandati in soffitta, per lasciar posto – da quanto emerge dalle ultime indiscrezioni  – alla notifica, da parte dell’ente titolare del credito, di accertamenti esecutivi in via diretta su impulso della PA.

La pluralità di temi da discutere nel Governo in vista della riforma fiscale 2023

Oltre al superamento del ruolo e della cartella esattoriale e al progetto di rivedere i meccanismi con i quali si effettuano gli iter di accertamento, sanzionatori e di riscossione, una delle questioni che rappresentano il fulcro della riforma del Fisco è anche l’intervento diretto su Irpef, Irap, Ires, Iva e tributi doganali. In vista la riduzione delle aliquote Irpef, pur con i sindacati che hanno recentemente manifestato la loro contrarietà alla novità in oggetto.

Insomma, i temi sul tavolo non possono che essere moltissimi e, sul piano degli impegni in calendario prossimamente, il Governo è delegato ad adottare entro 24 mesi dalla approvazione del disegno di legge di delega fiscale, uno o più decreti legislativi con regole di revisione del sistema tributario italiano. Insomma questi sono giorni cruciali per stabilire il perimetro della riforma fiscale, dato che il testo in bozza della delega fiscale è in discussione in CdM proprio nella parte centrale del mese.

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