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Biotina e funzioni tiroidee, l’allerta lanciata dall’AIFA: a cosa devono stare attenti i medici e pazienti

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Biotina e funzioni tiroidee, in una comunicazione ufficiale concordata con l’AIFA alcune case farmaceutiche lanciano l’allarme. 

La Biotina è una sostanza benefica molto utile all’organismo, e oltre che negli alimenti la possiamo trovare sotto forma di integratore.

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In alcuni casi, però, l’assunzione di Biotina può interferire con le terapie assunte dai pazienti, come nel caso scoperto inerente ai soggetti che soffrono di ipotiroidismo.

La Biotina è un micronutriente conosciuto anche come Vitamina B7 o Vitamina H ed è idrosolubile, dunque non viene accumulata dall’organismo. Possiamo integrarla con gli alimenti, perché la Biotina è contenuta nei formaggi, nell’uovo, ma anche nelle arachidi, nei fagioli, nelle verdure (specialmente carote e spinaci o cavolfiori), nei funghi e nel lievito di birra. Ovviamente esistono anche gli integratori alimentari di Biotina, che spesso vengono assunti per i più disparati motivi, e principalmente per regolare il metabolismo degli zuccheri o per migliorare e rinforzare capelli fragili e unghie.

Come sottolineato da alcune case farmaceutiche, però, in alcuni casi l’assunzione di Biotina può interferire con altri trattamenti, soprattutto nel caso di chi soffre di ipotiroidismo. Ecco cosa riporta il comunicato ufficiale pubblicato dall’AIFA.

Biotina e funzioni tiroidee, l’allerta lanciata dall’AIFA e da altre aziende farmaceutiche

Una nota informativa è stata resa pubblica dopo la decisione di AIFA presa insieme a diverse aziende farmaceutiche, e più nello specifico Merck Serono S.p.A, IBSA Farmaceutici Italia, Teva Italia, I.B.N. Savio, Aristo Pharma GmBH e Abdi Farma GmbH.

Nella nota si fa presente che “La biotina può interferire con gli immunodosaggi tiroidei basati sull’interazione biotina/streptavidina” e di conseguenza lasciano a disposizione una serie di indicazioni che tutti i medici e addetti sono invitati a rispettare. Eccoli tutti nel dettaglio, integralmente riportati dal comunicato ufficiale.

  • Le metodiche sopra citate sono comunemente utilizzate nella pratica clinica per la misurazione della funzionalità tiroidea e per il monitoraggio terapeutico dei farmaci a base di levotiroxina.
  • A seconda della tipologia di indagine, i risultati possono essere falsamente aumentati o
    falsamente ridotti. A dosi più elevate di biotina, aumenta il rischio di interferenza. Ciò
    può comportare una gestione inappropriata del paziente o una diagnosi errata.
  • Se i risultati delle indagini di laboratorio per la funzionalità tiroidea non corrispondono
    alla presentazione clinica e/o ad altre indagini, deve essere presa in considerazione la
    possibilità di interferenza con la biotina.

Di conseguenza, i medici e gli operatori sanitari sono invitati a procedere come segue, e alcune indicazioni sono valide anche e soprattutto per i pazienti:

  1. Gli addetti devono domandare regolarmente ai pazienti informazioni sull’uso di biotina prima di prescrivere indagini di laboratorio per la funzionalità tiroidea. Se un paziente sta
    assumendo biotina, informare il personale di laboratorio prima di prescrivere l’esame, poiché potrebbero essere disponibili metodi alternativi non sensibili a interferenze con
    biotina;
  2. I pazienti devono essere avvisati di consultare il proprio medico e/o il personale di
    laboratorio se stanno assumendo o hanno recentemente assunto biotina. Dovrebbero
    anche essere consapevoli del fatto che anche altri prodotti che potrebbero assumere,
    come multivitaminici o integratori per capelli, pelle e unghie, potrebbero contenere
    biotina e influenzare i risultati dei loro esami di laboratorio per la valutazione della
    funzionalità tiroidea.

La nota si conclude con un’altra serie di consigli riguardanti la segnalazione degli effetti avversi che si “possono verificare dopo l’autorizzazione del medicinale” ed è “importante per garantire la sicurezza del paziente. Consente il monitoraggio continuo del rapporto
rischio/beneficio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema di segnalazione nazionale ufficiale”, che si trova nel portale AIFA alla sezione dedicata.

(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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