Pensione anticipata: in questo caso è possibile continuare a lavorare anche se si maturano i requisiti

Dal 2023 si potrà andare in pensione in anticipo grazie a Quota 103. Fino a quando è possibile usufruire dei vecchi strumenti?

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto la facoltà di accedere al pensionamento al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione.

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InformazioneOggi.it

Tale opzione va ad aggiungersi alla pensione anticipata (con 41 anni e 10 mesi di contributi, per le donne, e 42 anni e 10 mesi, per gli uomini) e alla pensione di vecchiaia (con 67 anni di età e 20 di contribuzione). Sul nuovo strumento pensionistico, tuttavia, permangono una serie di dubbi, legati soprattutto alla sua reale convenienza. Cerchiamo di fare chiarezza.

Non perdere il seguente approfondimento: “Pensione anticipata con Quota 103: è davvero conveniente? La risposta è inaspettata“.

Pensione con Quota 100 o Quota 102: quando usufruirne?

Un nostro gentile Lettore ha inviato il seguente quesito:

Buongiorno, ho maturato i requisiti per andare in pensione con Quota 102, a partire dal 1 dicembre 2022 (prima finestra utile che, però, non ho utilizzato, decidendo di continuare a lavorare). Con la nuova Legge di Bilancio, ho ancora la possibilità di continuare a lavorare ed andare in pensione tra qualche mese? Oppure devo continuare a lavorare per un altro anno, per accedere a Quota 103? Grazie mille.”

Per il triennio 2019-2021, gli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della stessa, gestite dall’INPS, o alla Gestione Separata, hanno potuto smettere di lavorare tramite   Quota 100. I requisiti richiesti erano almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi. Tali requisiti erano conseguibili entro il 31 dicembre 2021; l’interessato, tuttavia, aveva la facoltà di esercitare il diritto anche in un momento successivo.

Per accedere a Quota 102, invece, la norma prevede il possesso di un’anzianità anagrafica di almeno 64 anni ed un’anzianità contributiva di 38 anni. Tali requisiti, inoltre, dovevano essere maturati entro il 31 dicembre 2022. Così come per Quota 100, anche in questo caso sussiste la possibilità di esercitare il diritto anche successivamente a tale data.

Rassicuriamo il nostro Lettore, dunque, specificando che è sempre prevista la cd. cristallizzazione del diritto. In particolare, per Quota 102, bastava maturare i presupposti entro il 31 dicembre 2022, per poter accedere alla pensione anche successivamente.

Consulta anche il seguente articolo: “Pensione Quota 103: il nuovo meccanismo nel 2023 con requisiti, beneficiari e limiti“.

Quota 103: a chi spetta?

La nuova Manovra finanziaria ha introdotto un ulteriore strumento di pensione anticipata: Quota 103. Esso permette di smettere di lavorare con 62 anni di età e 41 anni di contribuzione, da maturare entro il 31 dicembre 2023. Potranno, dunque, fruirne i soggetti nati entro il 31 dicembre 1961.

Così come per Quota 100 e Quota 102, rimangono in vigore le cd. finestre mobili. Di conseguenza, i lavoratori privati riceveranno la prima rata dell’assegno dopo 3 mesi dalla maturazione dei requisiti e, invece, i lavoratori pubblici dopo 6 mesi.

Chi, inoltre, ha già i requisiti, può smettere di lavorare il 1° aprile 2023 (per il settore privato) oppure il 1° agosto 2023 (per il settore pubblico). Permane, infine, il divieto di cumulo di reddito da lavoro e pensione, fino ai 67 anni di età (età pensionabile). È possibile solo il cumulo con redditi di lavoro autonomo di natura occasionale, non eccedenti i 5 mila euro lordi annui.

Il requisito contributivo può essere raggiunto anche tramite il cumulo dei periodi assicurativi, cioè sommando i contributi versati in diverse Gestioni.

È importante sottolineare, però, che l’ammontare della prestazione pensionistica non può essere maggiore di 5 volte il trattamento minimo INPS, ossia circa 2.800 euro lordi mensili (circa 2 mila euro netti), fino al compimento dei 67 anni. Inoltre, con Quota 103, l’importo si calcola tramite il sistema retributivo, fino al 31 dicembre 1995 e, invece, contributivo dal 1° gennaio 1996.

Ricordiamo, inoltre, che rimarrà invariata anche la possibilità di continuare a lavorare dopo il 31 dicembre 2023, nonostante il raggiungimento dei presupposti per la pensione anticipata. Il lavoratore, dunque, potrà esercitare il diritto anche nel corso del 2024 o del 2025, senza la necessità di inoltrare preventivamente la domanda.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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