In pensione con pochi contributi: le possibilità tra cui scegliere nel 2023

Dopo anni di lavoro andare in pensione è un desiderio di molti lavoratori. Ma se non si hanno molti anni di contributi come fare?

Nel 2023 i lavoratori che non possono richiedere il pensionamento anticipato dovranno aspettare i requisiti della pensione di vecchiaia.

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Quindi, di aver compiuto 67 anni di età e 20 anni di contributi maturati. Può capitare, però, che un lavoratore abbia raggiunto l’età anagrafica ma non maturato il requisito contributivo. In questo caso come possono uscire dal mondo del lavoro? Per fortuna, anche per quest’anno ci sono delle soluzioni tra cui scegliere. Ecco quali.

In pensione con pochi contributi: ecco le possibilità tra cui scegliere nel 2023

È possibile andare in pensione di vecchiaia a 67 anni ma non con 15 anni di contributi. Però in questo caso il lavoratore deve soddisfare i requisiti previsti per una delle tre deroghe Amato. La prima richiede che il lavoratore abbia raggiunto i 15 anni di contributo entro il 31 dicembre 1992. Con la seconda deroga, invece, il lavoratore entro la stessa data deve aver ottenuto l’autorizzazione a versare i contribuiti volontari; anche se in realtà non li ha effettivamente versati. Infine, la terza che vale per i lavoratori con carriere discontinue.

Quest’ultima deroga è quella più complessa perché il lavoratore altre ai 15 anni di contributi deve avere una anzianità assicurativa di almeno 25 anni. In pratica, il primo contributo deve essere stato versato almeno 25 anni prima della domanda di pensione. Non solo, ma almeno un anno di contributo deve essere maturato nel regime retributivo. Questo significa che l’anzianità deve essere successiva al 31 dicembre 1995.

Inoltre, questa deroga autorizza la pensione anche al lavoratore che ha versato almeno 10 anni di contributi non sufficienti a coprire l’intero anno contributivo. Questo succede, per esempio, ai lavoratori part time.

Ecco le altre possibilità

I lavoratori potranno andare in pensione con 5 anni di contributi, ma l’età anagrafica si alza: si passa dai 67 ai 71 anni. Questa possibilità è destinata a coloro che hanno maturato una anzianità assicurativa successiva al 1° gennaio 1996.

Inoltre, possono andare in pensione, sempre con 5 anni di contributi ma con un’età inferiore ai 67 anni, i lavoratori invalidi con una capacità ridotta a meno di un terzo. In questo caso possono chiedere l’assegno ordinario di invalidità, ma solo se hanno maturato 5 anni di contributi. Di questi gli ultimi 3 negli ultimi 5 anni prima della presentazione della domanda. Al compimento dei 67 anni di età l’assegno si trasforma in pensione di vecchiaia. Invece, nel caso in cui un lavoratore non potrà più svolgere il proprio lavoro può richiedere la pensione di inabilità.

Infine, una persona può andare in pensione anche senza contributi ma tramite un assegno sociale, misura di tipo assistenziale e non previdenziale. Chiamato anche pensione sociale, l’assegno sociale è riconosciuto a chi si trova in uno stata di disagio economico ed è per questo motivo che si devono rispettare i requisiti reddituali:

  • pari a 0 (zero) euro se personale oppure fino a 6.542,51 euro se coniugale;
  • inferiore a 6.542,51 euro se personale oppure 13.085,02 euro se coniugale.

L’importo netto massimo dell’assegno sociale a oggi è di 503,27 euro e sarà erogato in 13 mensilità come le pensioni.

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