Fibromialgia e cibi, cosa si può mangiare? Ecco cosa c’è da sapere per non sbagliare

La fibromialgia è una patologia ormai abbastanza nota, ma quali cibi si possono mangiare e quali invece è meglio evitare? Ecco cosa c’è da sapere in merito per non sbagliare

Come in tantissimi sicuramente già sapranno, la fibromialgia è una patologia nota. E per alleviare i sintomi vi sarebbero alcuni di cibi da poter consumare ed altri che invece sarebbe meglio evitare, ma quali sono? Ecco cosa c’è da sapere in merito.

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Questa patologia è nota per provocare dolori diffusi ed inoltre i punti sono dolenti alla palpazione. I soggetti che soffrono di questa malattia si sentono spesso affaticati ed inoltre hanno problematiche al sistema digerente.

Di conseguenza, un giusto piano alimentare potrebbe risultare essere davvero molto utile per alleviare i sintomi e soprattutto per assumere i giusti nutrienti.

La sintomatologia della fibromialgia si caratterizza perché i soggetti affetti si sentono affaticati, hanno dolori e problematiche al sistema digerente. Ma non solo, questi infatti hanno problemi relativi al sonno ed anche problematiche legate all’umore e alla memoria.

Tale patologia, se pur nota, vi sono ancora diverse difficoltà relative alla diagnosi. La variabilità della sintomatologia, però, inficia la vita quotidiana del soggetto che ne è affetto. Di seguito, una spiegazione dettagliata della patologia in questione.

Fibromialgia e cibi: cos’è e da cosa è caratterizzata?

A proposito di fibromialgia, ma per i soggetti affetti da tale patologia è prevista l’indennità di accompagnamento? Ecco cosa c’è da sapere in merito ed i requisiti da rispettare.

Ritornando all’argomento cardine di questo articolo, per tale malattia risulta essere molto complesso fare una diagnosi. I soggetti affetti non hanno solamente un sintomo, ma la patologia si presenterebbe con una vastità di malesseri.

Questi vanno dall’astenia, ai problemi di attenzione ed altri sintomi. La possibile causa di tale patologia risiederebbe in una modificazione del sistema di controllo inerente al dolore. Ciò sarebbe operato dal sistema nervoso centrale.

Questo, infatti, non riuscirebbe più a veicolare in modo efficiente la sensazione di dolore. Di conseguenza, questa sarebbe amplificata. Pare che la causa possa risiedere in una maggiorazione delle citochine pro-infiammatorie. E non solo, un’altra possibile causa potrebbe essere un abbassamento della serotonina oppure un aumento del glutammato. Ed inoltre bassi livelli di GABA.

I sintomi più comuni

La sintomatologia forse più comune è quella relativa al sistema digerente. In taluni casi i sintomi possono essere il dolore addominale, gas, gonfiore addominale. Ed anche una serie di intolleranze come quella al lattosio.

Di conseguenza, risulta essere fondamentale che il soggetto che soffre di tale patologia abbia un’alimentazione sana e bilanciata. Così facendo i nutrienti per l’oramgnismo non mancheranno.

Tale problematica pare colpirebbe circa il due per cento della popolazione adulta. I soggetti però più colpiti sono di sesso femminile. Inoltre, pare esservi una predisposizione di tipo familiare.

Ma questa è solamente un’ipotesi dal momento che non vi sono ancora certezze genetiche.

Vi sarebbe però la possibilità che tale patologia possa essere influenzata da traumi di tipo fisico e psicologico. La scoperta che un soggetto sia affetto da tale patologia dovrebbe accadere in poco tempo così da gestire in modo migliore tale problematica.

La diagnosi viene effettuata tramite diverse valutazioni relative al dolore. Queste vengono fatte mediante tender points. Al momento, però, pare non vi siano trattamenti del tutto efficaci e per tale motivazione si tende a consigliare una terapia senza farmaci.

Questi, però, potrebbero poi essere utilizzati se la terapia alternativa non mostra sufficiente efficienza. Un piano alimentare sano, anche se non si può parlare di un trattamento vero e proprio, pare possa migliorare la condizione dei soggetti affetti da fibromialgia.

Fibromialgia e cibi

L’insorgenza della patologia in questione potrebbe essere legato ad uno squilibrio relativo al tipo di alimentazione, se questa non è corretta. L’alimentazione, infatti, pare svolgere un importante ruolo. Soprattutto il giusto quantitativo di elementi essenziali potrebbe risultare importante per bloccare la tale patologia.

Pare che la vitamina D risulta essere importante per quanto concerne il contrasto alla malattia. Una parte delle persone che presentano la malattia pare siano carenti proprio di questa vitamina.

Vi sono, infatti, alcuni sintomi collegati alla carenza della vitamina D tra cui il dolore cronico. Alcune ricerche hanno reso noto come la D3 abbia migliorato le condizioni di salute di alcuni pazienti affetti da tale patologia. In modo particolare, questi hanno avuto un miglioramento per quanto concerne la percezione del dolore.

L’importanza delle vitamine

Non solo la vitamina D, ma anche la E e la C avrebbero importanza per quanto concerne la patologia in questione. Tali vitamine consentirebbero di conservare la funzione sia del cervello che quella dei muscoli.

Non solo le vitamine citate avrebbero un ruolo importante, ma anche il magnesio risulterebbe fondamentale. Pare, infatti, che i soggetti affetti da questo disturbo abbiano livelli base di magnesio.

Se questo elemento è basso vi potrebbe essere la possibilità di peggiorare il parametro che valuta la soglia del dolore nei soggetti che hanno la fibromialgia. Vi è la possibilità di integrazione di questo elemento grazie all’acido malico mediante un integratore. Chiaramente è indispensabile consultare il proprio medico di fiducia oppure uno specialista.

Un’alterazione dei microbioti potrebbero concernere le persone affette da tale patologia. La fibromialigia potrebbe anche essere causata da deficit diversi che riguardano gli amminoacidi. Tra questi vi è la valina, il triptofano ed altri. Questi, pare, possano influire sulla malattia.

Per arginare tale problematica vi sarebbe la possibilità di assumere un integratore antiossidante (sempre sotto consiglio medico). Così facendo vi potrebbe essere la riduzione dei dolori muscolari. Al momento, però, non vi sono abbastanza sperimentazioni e di conseguenza non se ne fa un largo uso medico.

Fibromialigia: i cibi giusti

La fibromialgia ed i cibi sembrano dunque essere correlati. Pare dunque che avere un piano alimentare adeguato alle proprie esigenze possa influenzare la sintomatologia di questa patologia. È chiaramente importante sottolineare che l’alimentazione svolge un ruolo importante, ma non consente di guarire.

Un’alimentazione corretta consentirebbe dunque di andare a colmare possibili carenza e di conseguenza limitare le problematiche legate alla patologia.

Tra gli alimenti consigliati vi è l’olio extravergine d’oliva. Questo ha ricco di polifenoli che renderebbero una buona protezione al DNA. Anche le proteine ed i grassi consentirebbero il medesimo risultato.

Un altro alimento importante potrebbero essere alcuni tipi di cereali. Tra questi vi è il grano Khorasan che pare dare qualche beneficio relativo a tale patologia. Tale alimento ha diversi macroalimenti come il selenio, il fosforo e lo zinco.

Inoltre, questi potrebbero migliorare la sintomatologia relativa ai dolori ed anche al senso di fatica percepito.

Inoltre, pare sia molto importante, laddove ve ne sia la necessità, seguire un’alimentazione che consenta di perdere i chili di troppo. L’obesità, ad esempio, potrebbe portare ad un peggioramento della situazione compresi i sintomi percepito. Di conseguenza, è importante mantenere il giusto peso e di conseguenza migliorare la propria vita quotidiana.

Vi sono alcuni studi che mettono in correlazione la dieta di tipo mediterraneo con il miglioramento dei sintomi sia a livello muscolare che gastroenterico.

Fibromialgia e cibi: quali evitare?

In precedenza sono stati messi in evidenza di cibi ‘giusti’ da mangiare se si soffre di fibromialigia. Vi sono però anche alcuni alimenti da evitare e tra questi vi è l’aspartame.

Questi alimenti potrebbero avere un’azione a livello dei neurotrasmettitori eccitatori risultando tossici se consumati in alte quantità. Piani alimentari che non contengono tali elementi consentirebbero di migliorare i sintomi generati dalla patologia in questione.

Il dolore cronico ed anche l’astenia vedrebbero un miglioramento anche se non totale. Un alimentazione priva di glutammato monosodico consentirebbe una diminuzione della sintomatologia anche se non totale.

Anche il glutine potrebbe incidere per quanto riguarda la sintomatologia di tipo gastrico. Vi sarebbe, infatti, alla possibilità di una relazione tra tali alimenti ed i sintomi di intolleranze al glutine. Di conseguenza, un’alimentazione che non prevede tale elemento potrebbe giovare al paziente.

Altri cibi da evitare: tra questi il glutine

Alcune ricerche hanno messo in evidenza buoni risultati concernente un’alimentazione priva di glutine per chi è affetto da fibromialgia. E sarebbe il sistema gastrointestinale a trarre maggiori miglioramenti.

Infine, un’alimentazione adatta per chi soffre di questa patologia dovrebbe avere al suo interno un ridotto contenuto di FODMAP. Tra questi vi sono il lattosio ed anche il fruttosio.

Un giusto piano alimentare privo di tali componenti consentirebbe dunque di avere benefici riguardo sintomi come dolore addominale e crampi.

Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi.

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