Reddito di Cittadinanza e bonus affitto: scatta l’allarme, sul serio si perde tutto

Tiene banco il tema del reddito di cittadinanza, anche in ottica bonus affitto: c’è l’allarme, ecco di che si tratta e dettagli

Sono tanti gli aspetti che destano attenzione, come nel caso del Reddito di Cittadinanza, cui ci si prepara al futuro addio, ma anche al bonus affitti in relazione alla legge di bilancio.

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InformazioneOggi

La questione reddito di cittadinanza tiene banco, con la misura che sembra destinata alla fine del 2023 ad arrivare alla sua conclusione, e al contempo, insieme ad essa, anche altre misure come nel caso del bonus affitto 2023.

Sostanzialmente, con la nuova legge di bilancio, coloro che potranno esser sereni, rispetto al reddito di cittadinanza nel 2023, saranno coloro che lo percepiscono e che non risultano “occupabili”.

Ciò, in virtù del fatto che siano disabili o dal momento che presentano all’interno del nucleo familiare un familiare in difficoltà. E ancora, un minorenne oppure un anziano.

Per i restanti percettori, il reddito andrà a sparire fra un anno, ma occorre tener presente anche di altri aspetti, innovativi, al confronto di quanto accaduto sino ad ora. In sostanza, tra gennaio e dicembre, le ricariche cui avranno diritto non potranno esser maggiori di otto, forse sette.

Ma l’attenzione riguarda non soltanto la misura in sé, ma anche le agevolazioni ad essa legate, come il bonus affitto 2023.

Reddito di cittadinanza e bonus affitto 2023, l’allarme

Tanti gli aspetti oggetto di interesse e di attenzione quando in generale si parla di economia, come nel caso dell‘ISEE per Assegno Unico: in quale caso presentare domanda.

Tornando al punto, le motivazioni che spingono l’esecutivo a guida Giorgia Meloni verso la cancelleria del RdC riguarda la creazione di un sistema di sostegno alla povertà, che includa, e che sia fondato su basi diverse.

Attualmente, occorre sottolineare che non è noto il nuovo programma, dunque si può soltanto far cenno alle modifiche che sono state immesse nella manovra, oltre al fatto che la misura nota legata al M5S sembrerebbe destinata a sparire a fine 2023.

Tale fase di cambiamento cui si va incontro si legano ad una misura ponte. Misure che consentiranno di traghettare i soggetti dalla maggior povertà dal RdC ad un sistema nuovo e diverso di aiuto sociale. Come spiega Trend-online.com, la legge di bilancio non andrebbe a prevedere nessun fondo sociale circa gli affitti. Così come non vi sarebbero risorse al fine di finanziare il fondo di morosità incolpevole.

A tal riguardo, scatta l’allarme lanciato dai sindacati, nel dettaglio di Pasquini, il Responsabile Centro Studi e ricerche del sindacato Unione Inquilini. In merito, ha spiegato che si “resta sbigottiti”, rispetto alla legge di bilancio, in seguito alla decisione di “colpire e annientare i poveri”.

L’allarme dei sindacati

La misura inerente gli affitti di duecento ottanta euro per famiglie con redditi molto bassi è centrale in relazione al pagamento del canone di locazione. Per tale motivi da parte dei sindacati vi è il timore in merito all’abolizione del sussidio.

Si teme infatti che tale aspetto possa andare a generare una ondata di morosità e dunque sfratti per i soggetti dalla maggior debolezza.

L’Unione Inquilini ha in tal senso indirizzato una lettera aperta al Ministro delle Infrastrutture Salvini. In quest’ultima, è stato sottolineato che mediante l’approvazione della Manovra, sostanzialmente si avrebbe l’impressione di voler cancellare i più poveri mediante un colpo di spugna. Andando a togliere a questi tanto il diritto alla cittadinanza quanto quello alla residenza, garantito dalla Costituzione.

La richiesta si lega al fatto che la manovra si vada a modificare in direzione dei ceti meno abbienti. I quali aspettano una casa popolare a canone sociale. E i quali si trovano sotto la soglia di povertà, su per giù novecento mila in affitto e privi di sussistenza dal punto di vista economico.

Questione importi e cifre

In merito agli importi legati a tale tipo di sussidio, in qualità di sostegno al RdC per il pagamento dell’affitto, occorre sapere che i percettori del reddito cui hanno diritto ad una ricarica mensile, ed il relativo ammontare non è il medesimo per ciascuno.

Coloro che vivono da soli, per esempio, al momento ricevono cinquecento euro al mese, ed in aggiunta duecento ottanta euro inerente il pagamento del canone di locazione. In totale settecento ottanta euro.

Via via che il nucleo familiare va ad allargarsi, le forze politiche all’epoca protagoniste avevano previsto un aumenti di questi importi. Giungendo a novecento euro mensili in aggiunta a duecento ottanta euro per l’affitto, in merito ad una coppia con due bimbi. In totale, 1.180 euro.

Qualora nella famiglia di quattro soggetti, uno dei figli fosse maggiorenne e l’altro no, in questo caso il contributo aumenta ancora, giungendo sino a 1.280 euro a famiglia.

Nel caso della presenza di 2 figli minorenni e 1 maggiorenne, spetta ai genitori, attualmente, 1.330 euro mensili.

Questi, alcuni dettagli generali sul tema. Ad ogni modo è importante approfondire ed informarsi anche presso esperti della materia per chiarire dubbi eventuali e saperne maggiormente.

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