Aumento delle pensioni minime in base al quoziente familiare e riduzione del cuneo fiscale, le ultime novità

Prosegue l’iter di approvazione della Legge di Bilancio 2023. L’aumento delle pensioni minime e le novità in tema di imposte.

Il Governo ha in mente una lunga serie di modifiche che riguarderanno anche gli aspetti salienti per ridurre il cuneo fiscale.

Quoziente famigliare soldi
Redazione informazioneoggi.it

Nella legge di Bilancio 2023 entreranno presto in vigore le iniziative per modificare il rapporto tra Fisco e cittadini. Il primo di questi riguarda gli impegni assunti sulle imposte sul reddito. L’aumento del tetto di reddito per entrare nel regime forfetario al 15%, che passa da 65 mila a 85 mila euro; la flat tax sui redditi dichiarati che aumentano su cui varrà un’imposta di solo il 15% fino a un massimo di 40 mila euro; infine, l’abbassamento dal 10 al 5% della tassa sui premi di produttività fino a un massimo di 3 mila euro.

Nel frattempo, è già stata approvato l’emendamento che riguarda l’aumento delle pensioni minime. È stato chiuso un capitolo delicato e increscioso; molti anziani pur pensionati non possono svolgere una vita indipendente e dignitosa rimanendo nella soglia della povertà assoluta. Le pensioni minime per gli over 75 saranno dal 2023 pari a 600 euro.

L’impegno del Governo per dare equilibrio allo Stato sociale: pensioni, reddito e lavoro.

La manovra è in grado di fotografare l’impegno programmatico del Governo per fare in modo che il Paese raggiunga un equilibrio tra Stato sociale e pressione fiscale tale da consentire una base di crescita economica a lungo termine. In questo si parla di una modifica complessiva del welfare già avviata con il precedente governo.

Fino a oggi il fisco si è basato soprattutto sull’ISEE; l’Indicatore situazione economica equivalente, che però mostra i suoi limiti nel contesto demografico attuale. C’è bisogno, pertanto, di un sistema di calcolo funzionale ai bisogni economici e sociali delle famiglie italiane.

Qui entra in gioco il quoziente familiare; mentre l’ISEE rileva il reddito comprendendo sia i redditi da lavoro, sia altri introiti, più il 20% del valore del patrimonio immobiliare e mobiliare, il quoziente famigliare tiene maggiormente conto del fattore demografico. Si tratta di una rilevazione economica che calcola il reddito del nucleo famigliare complessivo dividendolo in base ai suoi componenti.

Quoziente familiare, cosa misura e quali differenze ci sono con l’ISEE

In questo modo il quoziente familiare è in grado di misurare il disagio economico in termini numerici, ovvero di cittadini che vi sono esposti. Oltre a questo, il reddito viene diviso per un quoziente determinato in base al numero delle persone del nucleo familiare e alle caratteristiche dei vari componenti. In questo modo a parità di reddito, si favoriscono le famiglie più numerose.

Un esempio dell’uso di questo nuovo meccanismo in Ue è la Francia. Secondo una ricerca Eurispes si è calcolato che introdurre in Italia il quoziente familiare secondo il modello francese comporterebbe un risparmio medio annuo di imposta di circa 800 euro per famiglia.

In linea di principio questa misura è un passo avanti nella lotta contro il calo demografico e si sostituisce in parte agli aiuti diretti che arrivano dal Reddito di Cittadinanza. La misura rimane prorogata solo in parte: ridurre da otto a sette mesi l’assegno ha rimesso sul piatto circa 200 milioni di euro da aggiungere alla dotazione di 700 milioni per gli emendamenti. L’impegno verso la riqualificazione del mercato del lavoro passa anche per la proposta sulla proroga del credito d’imposta per gli investimenti nel Sud Italia e nelle Zone economiche speciali. È stato proposto inoltre l’aumento a 8 mila euro del tetto per le decontribuzioni sulle assunzioni giovanili.

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