Buoni postali: 3 variabili in grado rinvigorire l’offerta con interessi strepitosi

Non si fermano le avvisaglie provenienti dalle banche centrali che mettono in dubbio la crescita positiva delle maggiori economie Ue. Ecco le tre maggiori influenze sui Buoni Fruttiferi.

L’inflazione corre verso i massimi mentre la BCE cerca di seguire con disciplina la sua politica monetaria nonostante gli effetti recessivi sia stiano già scontando.

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Redazione Informazioneoggi.it

Se l’inflazione è in grado di alterare i profitti decurtando gli alti interessi offerti dai titoli a reddito fisso ci sono speranze che nel 2023 Poste Italiane possa ancora una volta rinnovare la sua offerta. Gli indizi che porterebbero a nuovi Buoni Fruttiferi Postali o a un più probabile rilancio degli interessi offerti sono principalmente tre.

Le tre variabili in grado di rinvigorire l’offerta degli interessi suoi BFP sono guidati dal peso dell’inflazione. Questa variabile sta rendendo i rendimenti sempre più insufficienti a ottenere un profitto finale. Il dato positivo per gli investitori rimane la grande concorrenza presente sulle obbligazioni; tra queste i titoli di Stato hanno la visibilità maggiore e la più stretta attinenza con la tipologia di titoli offerta anche da Poste italiane.

Per i Buoni Fruttiferi è un periodo di record cedolari che sono stati rialzati nell’ottica di invogliare l’investitore e fare fronte agli effetti dell’inflazione sul capitale.

La seconda variabile in grado di preannunciare l’aumento degli interessi sui Buoni Fruttiferi

La seconda variabile che può preannunciare un aumento degli interessi offerti sui BFP è relativa allo spread sui Titoli di debito sovrano. In questo contesto la garanzia di Cassa Depositi e Prestiti gioca un ruolo centrale configurandosi però come un’arma a doppio taglio. Vi è infatti un’assenza di diversificazione dal rischio del sistema Italia; ciò significa in parole povere che la correlazione del rischio di insolvenza sui Titoli di Stato misurati indirettamente dal differenziale dei rendimenti tra BTP e Bund tedeschi, coinvolge allo stesso modo i Buoni Fruttiferi.

Lo Stato garantisce il capitale investito ed è quindi la garanzia di ultima istanza a cui gli investitori fanno riferimento prima di decidere di sottoscrivere un BFP. Ciò significa che quando lo spread è vicino ai massimi di periodo, con la maggiore incertezza, l’emittente è costretto a offrire un interesse maggiore per attrarre capitali sui suoi prodotti d’investimento che si sono fatti più rischiosi.

I tassi di interesse in aumento influiscono indirettamente anche sui BFP

L’ultima variabile in grado di rendere più alti gli interessi offerti sui BFP è legata ai tassi di interesse sui prestiti decisi dalla BCE. In modo indiretto ma inevitabile i tassi di interesse condizionano i prestiti richiesti e la solvibilità degli stessi sia per famiglie che per imprese. Se per le banche l’aumento dei tassi significa maggiori profitti sul lungo termine questi affiancati da una crisi dei consumi creano le condizioni per una maggiore instabilità economica.

Per lo stesso motivo precedente i BFP sono più esposti al rischio in un sistema economico che appare fragile. I risparmiatori e gli investitori al dettaglio si staranno chiedendo quale è in questo scenario il migliore dei Buoni Fruttiferi Postali da sottoscrivere.

Un quarto e ultimo fattore che vale però sul breve termine è la ripresa dell’economia cinese. Si tratta di un dato che sarà immediatamente scontato sia sull’inflazione che sulla domanda di beni e servizi. Prima della pandemia la Cina contribuiva alla crescita mondiale per circa il 30%, da allora il suo contributo è sceso al 10%. Ciò significa che il Paese fa la differenza creando variazioni sulle quotazioni delle materie prime, dell’energia e del dollaro.

I migliori BFP per profitti a più basso rischio dal 2023

Se in questo contesto si cercano i migliori profitti su investimenti a basso rischio la risposta in Poste Italiane non può che essere rappresentata da almeno due Buoni Fruttiferi Postali. Si tratta del BFP 3×2 e 3 anni Plus; considerati dal punto di vista dei rendimenti e della durata questi due titoli consentono di avvantaggiarsi traghettando il capitale durante il periodo di maggiore intensità dell’inflazione.

Il buono fruttifero 3 anni Plus permette un investimento a medio termine di 3 anni con un rendimento lordo maturato a scadenza del 1% all’anno.

Buono 3 Anni Plus permette all’investitore di non mantenere vincolato il capitale in modo eccessivo attingendo velocemente ai guadagni. Il Buono tre anni Plus prevede il rimborso anticipato del capitale, ed è senza costi di sottoscrizione o spese di rimborso. Per iniziare a guadagnare con il Buono 3 anni Plus occorre un capitale minimo di 50 euro.

Per una copertura di tempo doppia tra i titoli a più lunga scadenza c’è invece il Buono 3×2 della durata complessiva di sei anni e un rendimento annuo lordo a scadenza dell’1,75%.

Investendo ad esempio 10.000 euro al 15 dicembre 2022 in un BFP 3×2 si ottiene un interesse lordo finale al 15 dicembre 2028 di 1.261,62 euro. A questi si applica una ritenuta fiscale di 157,70 euro per un montante complessivo finale netto di 11.103,92 euro.

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