Long Covid come l’HIV, inquietante quello che sta succedendo alle persone e perché

Un recente studio ha messo in correlazione due condizioni: Long Covid come l’HIV. Ecco perché e cosa sta succedendo alle persone.

Il Covid e l’HIV sono entrambi due virus che causano malattie, anche se profondamente diverse tra loro. Eppure alle persone colpite da Long Covid succede qualcosa di simile ai malati di AIDS.

Long Covid come l'HIV
InformazioneOggi

Partiamo dall’inizio, ovvero specificando cosa sia il Long Covid. Si tratta di una condizione che si sviluppa in alcuni soggetti che hanno contratto la malattia dal virus Sars-Cov-2. Anche dopo la guarigione, le persone continuano a manifestare diversi problemi di salute, e anche per molti mesi successivi al contagio.

Molti studi hanno analizzato questi problemi, e ogni giorno la Scienza scopre cose nuove. Infatti il Long Covid non è una condizione univoca, tutt’altro: le persone manifestano sintomi e disagi di salute anche molto diversi tra loro.

Ad esempio, si va dalla stanchezza cronica alla “nebbia al cervello”, dai dolori muscolari e mancanza di appetito fino a problemi respiratori, senso di oppressione al petto e disturbi legati ai sensi (gusto, olfatto, udito). Ma ci sono anche sintomi più gravi, come quelli a carico della Tiroide, che alcuni scienziati hanno riscontrato nelle persone anche dopo un anno dall’infezione.

Oltre a tutto questo, però, sta nascendo un altro preoccupante fenomeno, e gli studiosi lo hanno dimostrato. Ecco di cosa si tratta.

Long Covid come l’HIV, cosa sta succedendo alle persone e perché: lo studio

Per la prima volta nella storia recente, una malattia ha modificato i comportamenti sociali umani. Molti penseranno all’AIDS, ed è corretto. Infatti le persone infette dal virus dell’HIV hanno subito discriminazioni pesantissime e a tutt’oggi, nonostante siano trascorsi decenni, succede ancora. Si è creata l’idea che l’HIV contagi solamente persone drogate, omosessuali o che conducono una vita dissoluta. In realtà questo virus può colpire chiunque, e in vari modi.

Al tempo stesso, anche il Covid può infettare tutti noi, in diversi modi, e non guarda né al ceto sociale né alle preferenze sessuali. Ma intorno ai malati, ai vaccinati, ai non vaccinati e ai guariti dal virus incombono pesanti etichette e pregiudizi.

Un recente studio, condotto nel Regno Unito, ha dimostrato che chi soffre di Long Covid si sente discriminato. Succede a livello emotivo ma anche nella vita lavorativa. Ci sono persone che non vengono credute, anche dai medici stessi, oppure licenziate dai datori di lavoro perché non viene accettata la gravità della condizione. Molte persone addirittura si vergognano di ammettere di aver avuto il Covid, come se questa fosse una malattia peggiore delle altre.

Le testimonianze di questi spiacevoli eventi sono state raccolte in uno studio, effettuato da Marija Pantelic, della Brighton and Sussex Medical School, nel Regno Unito. Il team di lavoro ha analizzato le dichiarazioni di 1100 persone, rilasciate tra il 2020 e il 2021. Ciò che ne è emerso è abbastanza preoccupante.

Infatti, il 95% delle persone ha dichiarato una sensazione di “stigma” almeno una volta, e il 76% spesso o proprio sempre. Quasi due terzi dei soggetti, il 63%, ha raccontato esperienze negative, come la mancanza di rispetto della condizione di salute. Mentre il 91% dei colpiti da Long Cvid “sapeva” che avrebbe ricevuto trattamenti diversi. L’86% degli intervistati ha detto di provare un “profondo senso di vergogna” inerente alla diagnosi di Long Covid.

Tutto ciò, oltre ad essere umanamente deplorevole, rischia di inficiare anche le cure e una corretta guarigione da parte delle persone. La Pantelic, insieme ai risultati del suo studio, invita le autorità competenti a trovare una soluzione a questa problematica e a ideare interventi contro le discriminazioni.

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