Passaggio della cessione del quinto dallo stipendio alla pensione: il messaggio Inps toglie ogni dubbio

È trasferibile la cessione del quinto dello stipendio sulla pensione, lo ha spiegato l’INPS.

La novità è inclusa nel nuovo regolamento, applicato al triennio 2023-2025 e adottato dall’istituto in tema di concessione di finanziamenti a pensionati, che debbono essere estinti con cessione del quinto della pensione.

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Un recentissimo messaggio INPS reca istruzioni circa la trasferibilità della cessione del quinto dello stipendio sulla pensione INPS.

Si tratta in particolare del messaggio n. 4537/2022 con cui l’istituto illustra il nuovo regolamento valido per il triennio 2023-2025, per quel che attiene alla cessione del quinto dello stipendio sulla pensione.

All’interno delle nuove regole incluso anche lo schema di convenzione al quale banche e intermediari possono aderire dal primo dicembre 2022. E come detto, dal prossimo anno i dipendenti potranno trasferire i prestiti finanziati tramite il meccanismo della cessione del quinto dello stipendio sulla pensione. A chiarirlo è l’INPS nel citato messaggio, in cui illustra il nuovo regolamento in materia di cessione del quinto, incluso nell’ambito della determinazione presidenziale n. 226 del 9 novembre 2022.

Di seguito vedremo dunque un po’ più da vicino che cosa dice il messaggio dall’istituto, sopra accennato, e quale sistema è adottato per quanto riguarda l’attribuzione di finanziamenti attraverso la cessione del quinto dello stipendio.

Cessione del quinto per pensioni e stipendi: cambia tutto, è ufficiale lo comunica l’INPS

Cessione del quinto dello stipendio: novità INPS

Ebbene, a cominciare dal 2023 i lavoratori subordinati – spiega l’INPS avranno la possibilità di trasferire i prestiti finanziati attraverso la cessione del quinto dello stipendio sulla loro pensione. Come accennato, a dare la notizia di questo è l’istituto di previdenza, il quale triennalmente si occupa di aggiornare le modalità con cui i pensionati possono conseguire dagli istituti di credito e dagli intermediari finanziari prestiti personali da restituire con il prelievo, il quale è compiuto in via diretta dallo stesso istituto di previdenza, sul trattamento pensionistico nei limiti di 1/5 di quest’ultimo. Ciò vale però pur sempre fatto salvo il trattamento minimo corrispondente a 525 euro mensili circa.

Il punto è proprio quello che segue: la novità del messaggio n. 4537 di quest’anno, emesso recentemente dall’INPS, è che sussisterà la facoltà nell’ambito del triennio 2023 – 2025 di trasferire sulla pensione la restituzione di prestiti a suo tempo sottoscritti, attraverso la cessione del quinto dello stipendio.

Ciò che cambia è che nel passato questa facoltà era finora esclusa, mentre oggi non più. In precedenza e dunque prima della novità INPS di cui stiamo parlando, la durata del finanziamento non poteva eccedere la durata del contratto di lavoro. Grazie al messaggio INPS in oggetto, il dipendente, il quale alla cessione del servizio ottiene la titolarità di una pensione “cedibile” – e dunque maggiore del trattamento minimo INPS – potrà spostare le trattenute rimanenti in via diretta sulla pensione.

Previsto un incremento dei costi per il servizio

Inoltre gli oneri sono aumentati perché come indica l’istituto di previdenza, la novità implica un aumento dei costi per il servizio stesso nel corso dei prossimi tre anni. In particolare per gli istituti di credito e gli intermediari che diranno sì alla convenzione sono previsti oneri quantificati in misura uguale a 2,04 euro Iva esente, per ogni estrazione di rateo pensionistico dal primo gennaio al 31 dicembre del prossimo anno.

Discorso diverso nei confronti delle banche e degli intermediari finanziari che non sottoscriveranno la convenzione, operando, quindi, in regime di accreditamento. Per loro, l’onere sarà pari a 106,08 euro, IVA esente, in ragione d’anno per ciascun contratto di cessione ed a 8,84 euro (dagli odierni 7,50) a fronte di ciascuna estrazione di rateo pensionistico, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023. Si tratta di un aggiornamento dell’onere sostenuto per il servizio reso in favore dei soggetti convenzionati, nell’ambito del nuovo schema convenzionale.

Di seguito l’istituto di previdenza si occuperà di detrarre gli importi dovuti dall’importo totale delle rate di ammortamento oggetto di versamento. Per quanto riguarda gli oneri per il 2024 e il 2025, essi diverranno oggetto di una posteriore comunicazione.

Dal punto di vista della data dalla quale è possibile convenzionarsi, istituti di credito o intermediari finanziari possono farlo dal primo dicembre 2022, e – se la domanda è formalizzata da questa data prima del 31 dicembre di quest’anno – allora l’efficacia della convenzione sarà a partire dal 1° gennaio 2023. Invece se l’istanza di convenzionamento è formalizzata dal primo gennaio del prossimo anno, la data di perfezionamento e di efficacia dell’accordo è quella nella quale l’istituto di previdenza apprende, alla positiva conclusione dell’iter di convenzionamento, l’effettiva sottoscrizione della convenzione stessa.

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