Reddito di cittadinanza: le novità del nuovo Governo! Occhio a rifiutare il lavoro!

Tema sempre piuttosto caldo, il Reddito di cittadinanza. Quando è consentito declinare un’offerta di lavoro? Quali sono i rischi per i beneficiati da sussidio?

Altra espressione da spiegare è quella di offerta congrua.

Reddito di cittadinanza governo
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Vi sono circostanze in cui è possibile declinare una proposta lavorativa senza dover rinunciare al reddito di cittadinanza? Quando andiamo a parlare di tale sussidio è sempre come ci incamminassimo sui carboni ardenti. Il rdc è tra le misure che hanno causato maggiori grattacapi a tutti gli esecutivi succedutesi in questo decennio.

Ora che al governo vi sono politici non propriamente fautori di tale disposizione, è ovvio che i fari siano non poco puntati sul reddito di cittadinanza. Il nuovo Esecutivo avrebbe l’intenzione di moderarne l’incidenza sui fondi pubblici. Del resto, come scontato che sia, l’idea sarebbe quella di eludere eventuali “cattivi pensieri” di quelli che si potrebbero definire furbetti.

Al vaglio si sarebbero le offerte lavorative che dovrebbero giungere a quanti godono del beneficio e chee, al loro declino, potrebbero significare l’annullamento del sussidio.

La proposta lavorativa il cuore del reddito di cittadinanza

L’offerta di lavoro è l’essenza della misura in questione. Il progetto sin dai suoi primordi prevede che alle persone beneficiate dal rdc arrivino, da parte degli uffici di collocamento, delle proposte lavorative. Si tratta delle politiche attive sul lavoro che avrebbero dovuto funzionare garantendo ai percettori del sostegno, di venir fuori dal momento di povertà assoluta che li aveva condotti al beneficio di quel provvedimento.

Il collocamento lavorativo dei beneficiati è il perno della disposizione. L’odierno Esecutivo, al fine di restringere i fruitori di tale prestazione, vorrebbe a rincarare gli effetti su quanti rifiutino le offerte lavorative.

Le nuove disposizioni del Governo

L’inasprimento delle leggi varrà a dire per il neo esecutivo anche la crescita delle proposte lavorative ai titolari di rdc. Sarà necessario un cambio di rotta poiché le offerte di lavoro degli ultimi anni non hanno garantito cospicui inserimenti in contesti lavorativi per i beneficiati dal reddito.

Vi è comunque un fatto di cui avere considerazione al momento: i beneficiati dal reddito di cittadinanza, attualmente, sono perlopiù non attivabili all’occupazione.

Chi potrà rifiutare l’offerta lavorativa senza perdere reddito di cittadinanza?

Solamente quanti all’interno del nucleo familiare siano ritenuti attivabili all’impiego o occupabili, dovranno rispettare tali vincoli.

Del resto potranno declinare l’offerta lavorativa senza rischio di vedersi sottrarre il rdc: quanti siano al di sopra dei 65 anni di età; coloro che abbiano invalidità certificata al 45%; i genitori che abbiano figli al di sotto dei 3 anni; le persone che assistono invalidi.

Dispensati da questi vincoli anche gli under 18, i maggiorenni iscritti all’università o quelli alle impegnati con itinerari formativi regolarmente certificati.

I casi in cui l’offerta non potrà essere rifiutata

Quanti non corrispondano ai profili appena tracciati dovranno accettare per forza di cose la proposta. Ovviamente, affinché possa definirsi congrua, l’offerta dovrà rispondere a specifici parametri.

In buona sostanza, la sede di lavoro dovrà presentare una sede non eccessivamente distante dal domicilio dell’utente, in modo che la si possa raggiungere con i mezzi del trasporto pubblico. Ma non è tutto. Il lavoro dovrà rientrare nel profilo del soggetto in questione, sia per compiti sia per conoscenze e abilità.

Trascorso il primo anno e mezzo di rdc, nei successivi 18 mesi le offerte di lavoro potranno giungere da ogni angolo del Paese.

Attenzione anche alle retribuzioni. Il salario che giungerà dall’offerta di lavoro dovrà presentarsi al di sopra del 10% all’assommare dell’importo massimo del beneficio previsto.

Circa la proposta, la si potrebbe ricevere full time, ma anche con contratto a scadenza, purché non al di sotto del trimestrale. Essenziale sarà che l’assunzione metta in conto un’occupazione equivalente quantomeno al 60% dell’orario lavorativo predisposto dal CCNL in questione per la giornata lavorativa a tempo pieno.

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