Pensione di reversibilità: a chi spetta? La risposta che non ti aspetti

Si tratta della misura erogata dall’INPS per decesso del lavoratore. Ma chi sono tutti i soggetti legittimati a ricevere la pensione ai superstiti?

In determinati casi, il coniuge e di figli di un lavoratore defunto hanno diritto a percepire la cd. pensione ai superstiti.

pensione superstiti
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In sostanza, la pensione che riceveva colui che è morto passa (in tutto o in parte) al coniuge o ai figli; si tratta di quella che, comunemente, viene chiamata reversibilità. Inoltre, se il defunto non era ancora pensionato ma possedeva una determinata posizione contributiva, i superstiti possono ricevere una “prestazione indiretta”.

Recentemente, la Corte di Cassazione ha deciso che il figlio inabile che ha diritto alla pensione ai superstiti deve ottenere quanto gli spetta dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso e non dalla data di presentazione della domanda. Analizziamo, dunque, la normativa e scopriamo come ricevere la prestazione.

Per tutte le informazioni aggiuntive, consulta il seguente articolo: “Pensione ai superstiti: a chi spetta e come si calcola, la verità“.

Pensione ai superstiti: in cosa consiste?

La pensione ai superstiti è un trattamento previdenziale versato ai familiari di un soggetto che percepiva una pensione INPS oppure che aveva maturato i requisiti contributivi per poterla richiedere. Nel primo caso si tratta di pensione di reversibilità, nel secondo di pensione indiretta.

Quest’ultima spetta nell’ipotesi in cui il defunto aveva raggiunto almeno 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva, oppure 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva, dei quali almeno 3 nel quinquennio antecedente la data del decesso.

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A chi spetta la pensione ai superstiti?

I destinatari della pensione ai superstiti sono i seguenti:

  • il coniuge o l’unito civilmente;
  • il coniuge separato;
  • il coniuge divorziato, ma solo se percettore dell’assegno divorzile e non risposato. Inoltre, la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto deve essere precedente alla data della sentenza di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio.

Se, invece, il defunto aveva contratto nuovo matrimonio dopo il divorzio, le quote spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato sono quantificate tramite sentenza del Tribunale.

La pensione ai superstiti, poi, spetta anche ai seguenti soggetti:

  • figli minorenni al momento del decesso;
  • figli inabili al lavoro e a carico del genitore alla data della morte, a prescindere dall’età;
  • figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non lavorano e che frequentano scuole o corsi di formazione professionale, fino al compimento del 21° anno di età;
  • figli maggiorenni studenti, a carico del genitore alla data della morte, che non prestano attività lavorativa e che frequentano l’università, per tutta la durata legale del corso di studi e non oltre il 26° anno di età.

Nell’ipotesi in cui il defunto non abbia coniuge o figli, oppure se questi ultimi non possiedono i requisiti per l’erogazione della prestazione, la pensione ai superstiti viene corrisposta:

  • ai genitori del defunto, a condizione che, al momento del decesso, abbiano compiuti 65 anni di età, che non siano titolari di pensione e risultino a carico del dante causa;
  • ai fratelli celibi e alle sorelle nubili che, alla data della morte, siano inabili al lavoro, non percepiscano pensione e siano a carico del lavoratore deceduto.

A quanto ammonta il trattamento?

L’importo della prestazione è uguale ad una quota dell’assegno che percepiva o che avrebbe percepito il lavoratore defunto. Nello specifico, le percentuali della pensione di reversibilità variano in base al destinatario e sono le seguenti:

  • coniuge solo: 60%;
  • coniuge con un figlio: 80%;
  • coniuge con due o più figli: 100%;
  • un unico figlio: 70%;
  • due figli: 80%;
  • tre o più figli: 100%;
  • un genitore: 15%;
  • due genitori: 30%;
  • un fratello o sorella: 15%;
  • due fratelli o sorelle: 30%.

Tale trattamento pensionistico è cumulabile con i redditi del percettore, entro le soglie imposte dalla legge. In base all’ultimo aggiornamento, operano le seguenti riduzioni della pensione ai superstiti, sulla base del reddito posseduto:

  • fino a 20.107,62 euro: nessuna riduzione;
  • da 20.107,26 a 26.810,16 euro: il 25%;
  • da 26.810,16 a 33.512,70 euro: il 40%;
  • oltre 33.512,70 euro: il 50%.

La prestazione ha decorrenza a partire dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato o dell’assicurato.

Come si presenta la domanda?

La richiesta per ottenere la pensione ai superstiti va inoltrata all’INPS in via telematica. A tal fine, bisogna accedere al sito dell’Istituto tramite la propria identità digitale SPID, CDE o CNS.

In alternativa, è possibile consultare:

  • il Contact Center dell’Ente previdenziale, chiamando gratuitamente il numero 803 164, da rete fissa oppure lo 06 164 164 da rete mobile (in questo caso il costo della telefonata dipenderà dall’operatore);
  • gli enti di patronato e intermediari dell’Istituto, tramite i servizi telematici messi a disposizione dagli stessi.

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