Residenza condivisa, si rientra tutti nell’ISEE? Attenzione allo Stato di Famiglia

Due famiglie con residenza condivisa, come si calcola l’ISEE? Bisogna far comunque riferimento allo Stato di Famiglia? Cerchiamo di interpretare la normativa.

Vincoli di parentela e residenza comune, ecco le parole chiave per comprendere se ai fini ISEE occorrerà o meno inserire tutti i “coinquilini”.

ISEE residenza condivisa
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L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente serve per calcolare reddito e patrimonio di una famiglia. L’ISEE permette di accedere a numerosi Bonus e di ottenere importi maggiori con riferimento ad alcune misure. Poniamo il caso dell’Assegno Unico. Chi ha un ISEE inferiore a 15 mila euro riceve 175 euro a figlio, chi superiore a 40 mila ottiene 50 euro (cifre che aumenteranno nel 2023). Nel calcolo dell’indicatore occorre, però, prestare molta attenzione. Il conteggio è pieno di insidie, tanti dati da inserire e spesso non si comprende chiaramente quali componenti della famiglia indicare nell’ISEE. Le conseguenze per chi sbaglia sono gravi, di conseguenza è bene approfondire la normativa per non commettere errori.

Facciamo l’esempio di un cittadino sposato con figli che ha presentato l’ISEE indicando i membri “stretti” della famiglia (moglie e figli). Se questo stesso cittadino ha la residenza in comune con un fratello non presente nel nucleo familiare, ad esempio, dovrà inserirlo nel conteggio?

Residenza condivisa, ISEE e Stato di famiglia, cosa fa la differenza

Secondo la Legge le persone unite da vincoli di parentela che condividono la residenza fanno parte della stessa famiglia ai fini ISEE. Il trasferimento di un eventuale fratello (anche se dovesse avere anch’esso moglie e figli) nella propria abitazione implicherebbe una variazione del nucleo familiare. Il cittadino sarebbe, dunque, tenuto a inviare una nuova DSU in cui rientrerebbe anche il fratello convivente comportando, così, una modifica dell’ISEE. Andrebbe aggiunto, infatti, il reddito del familiare nonché il suo patrimonio.

Il nuovo ISEE sarebbe, così, più alto – a meno che il fratello non risulti nullatenente. E l’Indicatore con valore maggiore potrebbe precludere l’accesso ad alcuni Bonus e implicherebbe una riduzione dell’importo dell’Assegno Unico qualora si uscisse dalla fascia di appartenenza.

L’aggiornamento dell’ISEE, dunque, farà scattare un ricalcolo con adeguamento della cifra che l’INPS erogherà.

Attenzione, c’è anche il pericolo del recupero soldi

Se con il ricalcolo l’INPS dovesse rilevare che la famiglia ha percepito negli ultimi mesi (o da quando il fratello si è aggiunto alla residenza) una somma maggiore del dovuto, procederebbe con il recupero dell’importo versato in più. Si tratterebbe, comunque, di cifre inferiori rispetto a quelle che si dovessero pagare qualora il cittadino non segnalasse la nuova situazione familiare. Nel momento in cui l’ente della previdenza si dovesse accorgere della variazione non indicata, infatti, scatterebbero pesanti sanzioni in aggiunta al recupero delle somme erogate in eccesso.

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