Pensioni e invalidità civile, l’INPS è pronto a riprendersi i soldi: chi deve prepararsi ad un triste Natale

L’INPS recupererà le pensioni e le invalidità civile indebitamente percepite entro il 31 dicembre 2023. Molti cittadini si preparino a passare un amaro Natale.

Nel Decreto Aiuti Ter si legge chiaramente che una squadra è al lavoro per occuparsi della riscossione delle somme percepite senza diritto con riferimento a pensioni e assegni di invalidità civile.

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L’occhio dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale è attento e punterà dritto sui percettori di pensioni e invalidità civile che hanno ricevuto trattamenti illegittimamente. Il DL Ter pubblicato in Gazzetta lo scorso 23 settembre, dunque, dà via libera all’ente per il recupero delle prestazioni pensionistiche e assistenziali erogate e stabilisce le tempistiche legate alla riscossione. Il termine ultimo è fissato al 31 dicembre 2023. Poco più di un anno, dunque, è il periodo stabilito per togliere soldi a chi ha richiesto senza alcun diritto i trattamenti INPS. Requisiti non soddisfatti e manipolazioni delle condizioni saranno causa della richiesta di denaro da parte dell’ente ai cittadini che per errore o intenzionalmente hanno aggirato il sistema.

Pensioni e invalidità civili nell’occhio del ciclone

L’INPS procederà con la verifica dei requisiti indicati dai cittadini per accedere a pensioni e all’invalidità civile. Dove appurerà informazioni errate e condizioni non realmente soddisfatte procederà con la riscossione dell’importo erogato ingiustamente. Tante persone, dunque, passeranno mesi nel terrore di una richiesta del genere. Prima di fasciarsi la testa, però, occorre sapere che i controlli verteranno solamente su un preciso periodo d’imposta. Parliamo del biennio 2019/2020.

A stabilire l’avvio e il termine delle operazioni l’articolo 21 del DL 144 ufficializzato il 23 settembre.

È possibile sapere in anticipo se si dovranno restituire i soldi?

Per rispondere al quesito occorre fare riferimento a due tipologie differenti di cittadini. I primi sono coloro che hanno volontariamente alterato o omesso informazioni e sono, dunque, ben consapevoli che l’INPS possa riscontrare anomalie, accertare la non soddisfazione dei requisiti e, dunque, richiedere i soldi indietro.

Poi ci sono le persone che potrebbero aver commesso errori involontariamente, senza intenzione di “fregare” l’ente di previdenza. I pensionati e percettori di invalidità civile con dubbi possono verificare in autonomia se l’INPS potrà procedere con la riscossione oppure no. Tutto, come già detto, è legato al superamento dei limiti reddituali.

Gli interessati possono analizzare la dichiarazione da cui emergono redditi in eccedenza, controllare l’anno di riferimento per verificare che rientri nel periodo oggetto di analisi INPS e appurare di aver ottemperato all’obbligo – se vigente – di inoltro del modello RED entro il 15 settembre per comunicare tutti i redditi.

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