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Economia

Raffica di cartelle esattoriali, attenzione molte non sono valide

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Per cartelle esattoriali non valide si intende quelle che l’Agenzia delle Entrate ha inviato a pec risultate poi inesistenti: ma cosa c’è da sapere?

Quando si parla dell’Agenzia delle Entrate vi sono spesso molti dubbi, ma cosa accade se l’Ente notifica cartelle esattoriali ad indirizzi pec non validi: ecco cosa c’è da sapere in merito.

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Come anticipato, le cartelle esattoriali non valide si configurano come quelle cartelle che il Fisco ha inviato a pec che non sono esistenti oppure sconosciute. A causa di ciò, sono cominciati ad arrivare diversi ricorsi e l’atto è stato possibile per la legge 53/1994.

Tale legge sancisce che l’invio della mail riguardante gli atti deve essere fatta soltanto usando un indirizzo pec che risulti presente all’interno dei registri pubblici.

Di conseguenza, se la mail inviata dal Fisco è su un indirizzo pec che risulta non essere quello ufficiale (ovvero non è immesso in alcun registro pubblico) la notifica è da considerarsi dal soggetto nulla.

La situazione non riguarda soltanto un cittadino, ma tantissimi ed altrettanti sono stati i ricorsi presentati per tale motivazione.

Cartelle esattoriali non valide: cosa fa l’Agenzia delle Entrate e cosa prevede la legge?

A quanto pare, la questione delle cartelle esattoriali non valide risulta essere davvero un grande problema, ma cosa fa l’Agenzia delle Entrate?

Come spiegato in precedenza, tale problematica provoca l’invio di una serie di ricorsi da parte dei cittadini e l’Agenza delle Entrate, dopo aver fatto una serie di tentativi ed aver provato la contestazione dei ricorsi prova un’altra via.

Come riportato da thewam.net, l’Ente ha deciso di inserire nei vari registri pubblici gli indirizzi di posta certificata che ha utilizzato per inviare le cartelle esattoriali.

La questione spiegata, va avanti da qualche tempo e a quanto pare l’Agenza delle Entrate ha continuato a spedire le notifiche su tali caselle postali non note ai registri pubblici.

Pare che l’Ente in questione avrebbe continuato ad inviare tali notifiche su indirizzi sconosciuti perché ha reputato che la legge 53/1994 non andasse applicata a chi aveva contenziosi riguardanti i tributi e gli atti di riscossione.

L’invio sarebbe continuato benché i giudici tributari, anche se non tutti, continuassero a emettere sentenze favorevoli ai cittadini.

I contenziosi in sospeso

L’Agenzia delle Entrate ha deciso di dare ulteriori informazioni a tutti i cittadini che hanno intenzione di utilizzare il Bonus 110%: ecco tutto quello che c’è da sapere in merito.

Dunque, come spiegato nei paragrafi precedenti, gli indirizzi pec che sono risultati in precedenza sconosciuti sono poi stati immessi all’interno dei vari registri pubblici.

Ora, il ‘problema’ è di chi ha fatto ricorso ma è ancora in attesa di responso; per tutti gli altri, cioè coloro che hanno ottenuto responso positivo o negativo, il caso è ormai chiuso.

La rettifica fatta da parte dell’Agenzia delle Entrate è utile soprattutto per evitare l’arrivo di ulteriori ricorsi che intaserebbero i tribunali ed anche il Fisco.

Cartelle esattoriali

Nonostante il caro bollette e l’inflazione altissima ai cittadini continuano ad arrivare diverse cartelle esattoriali.

Molte di queste sono in parte provenienti dall’accumulo fatto durante gli anni di pandemia da Covid-19. In quel periodo, infatti, vi era stata fatta una sospensione.

Al momento, però, nonostante le difficoltà economiche che i cittadini italiani stanno affrontando non vi sono agevolazioni. Dovrà pensarci il prossimo Governo in carica, ma al momento tarda a formarsi.

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