L’indennità di accompagnamento è una misura economica destinata ai soggetti invalidi totali e per ottenerla deve essere inviata una domanda.
L’importo, che cambia ogni anno e quindi subisce delle modifiche, è versato dall’INPS. Però a causa dei ritardi accumulati dall’ente la misura è versato in ritardo.
Con gravi conseguenze verso le persone a cui l’indennità di accompagnamento spetta di diritto perché non autosufficiente e non può compiere atti di vita quotidiana o deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore.
L’indennità di accompagnamento è un beneficio che viene erogato senza tenere conto del reddito e dell’età del richiedente. I requisiti per richiedere la prestazione sono:
Il beneficio decorre dal mese successivo alla domanda di accompagnamento. Per il 2022 l’importo dell’indennità di accompagnamento è di 525,17 euro al mese per 12 mesi. Spesso, però, come detto a causa dei ritardi da parte dell’INPS, l’assegno può arrivare con ritardo.
In questo caso, l’importo sarà maggiore poiché sarà comprensivo di tutti i mesi arretrati. In seguito, però, i pagamenti avranno una periodicità mensile.
Secondo una circolare INPS, gli arretrati possono essere richiesti sempre ma solo se non è trascorso il periodo di prescrizione: Tale periodo decorre entro 5 anni dalla data di presentazione della domanda.
Quindi diventa necessario verificare la propria situazione controllando i documenti in proprio possesso. A questo punto, con l’aiuto di un patronato richiedere all’INPS il pagamento degli arretrati.
Inoltre, si ricorda che l’INPS non erogherà nessun arretrato dell’indennità di accompagnamento dopo la visita se il richiedente percepisce già indennità simili: per causa di guerra, lavoro o di servizio. Questo perché non rientrerà tra i beneficiari.
Per sapere qual è la procedura per richiedere gli arretrati si consiglia la lettura del seguente articolo: “Indennità di accompagnamento: ecco come richiedere gli arretrati perché non a tutti è noto”.
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