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Pensioni

In pensione a 61 anni e 7 mesi, lo scivolo riservato a pochi lavoratori: ecco quali

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Scopriamo quali lavoratori possono andare in pensione a 61 anni e 7 mesi, con diversi anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. 

Rispettando specifiche condizioni sarà possibile uscire dal mondo del lavoro a 61 anni e 7 mesi. Vediamo quali sono.

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La speranza di poter uscire prima dei 67 anni dal mondo del lavoro senza dover subire un’eccessiva decurtazione dell’assegno pensionistico ha ripreso a scintillare dopo l’esito delle elezioni. Il centrodestra durante la campagna elettorale ha annunciato molte novità e l’impegno a lasciare la Legge Fornero in disparte mentre un nuovo sistema pensionistico, anche se non strutturale, accompagnerà i lavoratori fuori dal mondo del lavoro. Attualmente gli scivoli pensionistici sono diversi e permettono di accedere alla pensione anticipata potendo contare su un numero elevato di contributi maturati. Parliamo, ad esempio, di 41 anni per Quota 41, di 35 anni per Opzione Donna, di 38 anni per la pensione anticipata ordinaria. Ogni misura, poi, si appoggia ad un’età anagrafica differente (tranne Quota 41 che fa affidamento solo sulla contribuzione). Quale scivolo permette di lasciare il lavoro a 61 anni e 7 mesi?

In pensione a 61 anni e 7 mesi, chi ha questa possibilità?

I lavoratori che svolgono un lavoro notturno hanno maggiori possibilità rispetto alle altre categorie di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. L’attività è logorante, i turni di notte spezzano l’equilibrio dell’organismo e pensare di reggere il ritmo fino ai 67 anni diventa difficile. Da qui l’introduzione nella normativa della possibilità per i lavoratori notturni di approfittare dello scivolo per i lavori usuranti.

La pensione si raggiunge, così, a 61 anni e 7 mesi con 35 anni di contributi maturati. Condizione necessaria è che l’attività usurante sia stata svolta per almeno 7 anni negli ultimi dieci oppure per metà degli anni di carriera dell’interessato. C’è un ulteriore requisito da rispettare per rientrare tra i beneficiari della pensione per lavori usuranti.

Cos’è Quota 97,6, ultimo requisito da soddisfare

Per uscire dal mondo del lavoro con 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi occorrerà aver raggiunto Quota 97,6 (somma di età e contributi incluse le frazioni di anno). Se il numero di notti passate a lavoro non supera una determinata soglia, infatti, la prestazione non verrà erogata. Innanzitutto occorre chiarire che per lavoro notturno si intende l’attività svolta tra le ore 00.00 e le 05.00 del mattino seguente. Lavorando tutto l’anno in questa fascia oraria si raggiungerà il limite previsto.

Stessa quota per chi ha almeno 78 giornate lavorative svolte tra le 00.00 e le 05.00. Con il diminuire delle giornate di lavoro notturno sale la quota. Tra le 72 e le 77 giornate la quota diventa 98,6 (62 anni e 7 mesi per andare in pensione). Tra le 64 e le 71 giornate la quota sale a 99,6 (63 anni e 7 mesi). Le cifre citate valgono per i lavoratori dipendenti. Bisogna aggiungere un anno per fascia per trovare quelle relative agli autonomi.

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