In pensione con 15 anni di contributi: sembra utopia ma è realtà

Andare in pensione con 15 anni di contributi è realmente possibile a condizione che prima del 1992 si sia soddisfatto un requisito.

Nel 2022 molti lavoratori potranno andare in pensione con 15 anni di contributi. Basterà aver ottenuto un’autorizzazione nel 1992. Scopriamo quale.

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La Legge Amato prima e la Legge Fornero dopo hanno creato le condizioni necessarie per poter raggiungere la pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi invece di 20. Naturalmente occorrerà rispettare alcune regole per regalarsi l’uscita anticipata dal mondo del lavoro con meno contributi versati. Tra i beneficiari citiamo coloro che hanno un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e rientrano nel sistema di calcolo misto o retributivo. Aggiungiamo, poi, i lavoratori con 15 anni di contributi accumulati entro il 31 dicembre 1992. C’è, infine, una terza condizione meno nota che permette ai cittadini di raggiungere la pensione vantando solamente 15 anni di contributi versati. Si tratta di un adempimento che dovrà essere stato effettuato entro il 31 dicembre del 1992 per garantire uno sconto contributivo di cinque anni.

In pensione con 15 anni di contributi, quando è possibile

Con riferimento alla seconda Deroga Amato, i lavoratori possono andare in pensione con 15 anni di contributi alle spalle a condizione che siano stati ammessi alla prosecuzione volontaria dei contributi antecedentemente al 31 dicembre 1992. Il lavoratore che finisce o interrompe un rapporto di lavoro può chiedere, infatti, di versare volontariamente i contributi. L’obiettivo è perfezionare ugualmente i requisiti di assicurazione e contribuzione fondamentali per raggiungere il diritto alla pensione oppure per aumentare l’importo del trattamento pensionistico.

Nel 2022, dunque, si potrà uscire dal mondo del lavoro con 15 anni di contributi se 30 anni fa si è presentata all’INPS domanda di versamento volontario dei contributi. Questo perché fa fede il requisito contributivo richiesto nel 1992 associato, però, al requisito anagrafico di oggi, 67 anni di età. Non è necessario, poi, che il lavoratore abbia affettivamente versato contributi ma è indispensabile che l’anzianità assicurativa sia antecedente al 1° gennaio 1996 per rientrare nel regime retributivo. Inoltre, è bene ricordare come sia requisito imprescindibile il collocamento della decorrenza dell’autorizzazione alla prosecuzione volontaria entro il 26 dicembre 1992.

Le altre due opzioni con requisito contributivo più basso

Come accennato inizialmente, possono andare in pensione con 15 anni di contributi i lavoratori con anzianità assicurativa di 25 anni. Condizione necessaria, però, è un contributo settimanale versato prima del 1° gennaio 1996. Di conseguenza la deroga nel 2022 è destinata unicamente a chi ha un’anzianità contributiva di almeno 27 anni.

Infine, la terza opzione è dedicata anch’essa ai lavoratori con almeno una settimana contributiva prima del 1° gennaio 1996 ma che hanno al 31 dicembre 1992 maturato condizioni assicurative e di contribuzione stabiliti dalla normativa ossia 15 anni di contributi. Parliamo di poche persone considerando che rispettando tali condizioni occorrerà aver cominciato a lavorare a 22 anni con una carriera continuativa. Va da sé che la maggior parte dei lavoratori potrebbe aver accumulato molti più anni di contributi rispetto ai 15 previsti.

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