Le variabili che concorrono al calcolo dell’ISEE sono varie e numerose. Tra le voci troviamo il deposito titoli; come partecipa al reddito in caso di cointestazione?
Il deposito titoli cointestato come si conteggia nel calcolo dell’ISEE? Chiariamo un aspetto fondamentale per conoscere il valore dell’Indicatore.
L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente serve per poter ottenere Bonus, agevolazioni e prestazioni. Indicando la situazione patrimoniale e reddituale delle famiglie consente, infatti, di stabilire quali misure possono essere richieste e qual è l’importo spettante. Solitamente, a valore ISEE più basso corrispondono aiuti economici più rilevanti. Per procedere con il calcolo dell’Indicatore occorre tenere conto di una serie di variabili di diversa natura. Gli interessi passivi del mutuo, i premi assicurativi, il saldo e la giacenza sul conto corrente, il numero dei componenti del nucleo familiare, il saldo sulla carta prepagata sono alcuni dei fattori che concorrono a determinare il valore ISEE. Da considerare anche il deposito titoli, il conto di appoggio collegato ad un conto corrente. Cosa succede se è cointestato?
La titolarità con una seconda persona di un deposito titoli crea parecchi dubbi. Il contribuente può chiedersi, infatti, se e come le azioni nominative intestate ad un soggetto diverso dal richiedente dell’ISEE devono essere calcolate nel conteggio reddituale. La normativa stabilisce che in caso di deposito titoli cointestato, ai fini ISEE ogni intestatario deve segnare la quota a lui assegnata. Poniamo il caso di due titolari. Ognuno possiede il 50% del valore del conto titoli. Durante la compilazione della DSU, dunque, sarà necessario indicare la quota di saldo e giacenza media secondo il numero degli intestatari. Si scriverà il 50% con due intestatari, il 33,3% con tre titolari e così via.
La normativa non distingue, dunque, la proprietà nominativa delle azioni perché considera tutti i cointestatari come proprietari del deposito senza discernere le deleghe di operatività.
Spesso i dubbi sul calcolo dell’ISEE riguardano anche il patrimonio o meglio l’anno di riferimento da considerare. Nella DSU occorre inserire il valore dei beni posseduti al 31 dicembre del secondo anno precedente alla compilazione della Dichiarazione. La DSU del 2022 riporta, ad esempio, il valore patrimoniale al 31 dicembre 2020. Questo vale sia per gli investimenti mobiliari come titoli, conti correnti, depositi, attività finanziarie sia per il reddito. Ciò non toglie che ci sia la possibilità di calcolare l’ISEE corrente per aggiornare la situazione reddituale e patrimoniale in caso di cambiamenti rilevanti. A differenza dell’ISEE ordinario, infatti, quello corrente si calcola sui valori dell’ultimo anno.
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