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La Terza Guerra Mondiale è vicina: i segnali che fanno temere il peggio

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La Terza Guerra Mondiale arriverà inesorabile secondo l’ex segretario di Stato degli USA e il direttore di Limes. 

Si avvicina il momento dello scontro tra Stati Uniti, Russia e Cina. Le previsioni di Henry Kissinger e Lucio Caracciolo sono pessime.

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La guerra tra Stati Uniti, Russia e Cina è un’ipotesi concreta. Se il conflitto scoppiasse si arriverebbe alla Terza Guerra Mondiale. Le parole dell’ex sottosegretario USA Henry Kissinger delineano un quadro pessimo per il futuro del mondo. Eppure sono supportate da segnali che a suo parere sono evidenti e forti. Le cause del conflitto risiederebbero, poi, in questioni generate dagli Stati Uniti stessi, incapaci di soffermarsi sulle conseguenze di un gesto efferato. Il compito di frenare disaccordi e astio spetta alla diplomazia. In caso di guerra significherebbe che tale compito di mediazione è miseramente fallito. Secondo Kissinger tutto nasce dall’inabilità degli USA di accettare un pensiero diverso dal proprio e di voler condannare a tutti i costi le idee di chi non è concorde. La strada da percorrere dovrebbe essere, invece, quella del negoziato per ascoltare le parole del nemico e trovare compromessi accettabili.

Terza Guerra Mondiale, le ragioni di una pessima previsione

Gli USA, per Kissinger, stanno seguendo una linea diplomatica inadatta alla gestione dell’equilibrio tra Stati Uniti, Russia e Cina. A supporto della sua tesi, l’ex segretario di Stato ricorda come le esercitazioni militari sono state avviate dalla Cina in seguito alla visita fallimentare a Taiwan di Nancy Pelosi, rappresentante della Camera americana.

Le nere previsioni di Kissinger su una Terza Guerra Mondiale molto vicina sono supportate da Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes. Analizzando la situazione è arrivato alla conclusione che il conflitto sta diventando una possibilità sempre più reale. I segnali si possono riscontrare facilmente studiando i rapporti tra Stati Uniti e le altre due grandi potenze, Russia e Cina.

La lettura dei segnali

I rapporti si sono incrinati nel momento in cui Putin ha optato per l’invasione dell’Ucraina. Nato ed Europa hanno immediatamente preso le parti della nazione invasa cominciando, così, una partecipazione indiretta al conflitto. L’invio di armi e supporto è significativo e la Russia vede questo gesto come una mezza dichiarazione di guerra nei propri confronti. Gli attacchi sono aumentati e l’appoggio all’Ucraina di altri Paesi non ha convinto Putin a desistere anzi ha reso più ardite le azioni militari. Non solo contro la nazione invasa ma anche contro gli USA (ricordiamo il pericoloso avvicinamento tra incrociatori russi e americani).

Una situazione così al di sopra delle righe si dovrebbe gestire con freddezza e logica, sfruttando l’arte della diplomazia per porre fine alle diatribe prima di giungere all’inevitabile. Gli USA, invece, si stanno facendo prendere dal sentimentalismo, secondo Kissinger, risultando privi, così, della lucidità necessaria per affrontare una seria e proficua mediazione.

Non è Risiko, a rischio le nazioni del mondo

L’esperto di geopolitica Caracciolo pensa che né la Cina né gli USA vogliano affrontare una Terza Guerra Mondiale spezzando l’equilibrio tra nazioni. Più pericoloso, invece, Putin che vede il mondo come la propria personale partita a Risiko. Nonostante la non predisposizione allo scontro, però, basterebbe un incidente – come la storia insegna – per scatenare una reazione a catena inarrestabile. E, ad oggi, motivo dell'”incidente” potrebbe essere Taiwan. La Cina rivuole indietro il territorio entro il 2049. Gli Stati Uniti si dicono pronti a difendere l’isola. Se il compromesso non sarà raggiunto le conseguenze potrebbe essere terribili.

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