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Economia

Scontrini, arriva il momento dell’addio: in quali casi non occorre più conservarli

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A breve potremmo non dover più conservare gli scontrini inerenti le spese mediche. Per le detrazioni non servirà fornire la documentazione ma solo ad una condizione.

Un emendamento del Decreto Semplificazione prevede la possibilità di poter buttare gli scontrini relativi alle spese mediche. Scopriamo quando.

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Ad oggi i contribuenti sono obbligati a conservare tutti gli scontrini fiscali inerenti le spese mediche per poter ottenere la detrazione del 19%. Nessuna distinzione dal pagamento effettuato in farmacia, presso una struttura sanitaria pubblica o privata. I cittadini devono accumulare fatture su fatture seguendo le direttive del Fisco. Un emendamento del Decreto Semplificazioni interviene per modificare la normativa togliendo l’obbligo di conservazione degli scontrini. Si tratta, per ora, di una possibilità sul panorama fiscale così come mesi fa è stata diffusa la notizia di un possibile rimborso istantaneo delle spese mediche. Per sapere se non saremo più costretti a mettere da parte le ricevute delle spese sanitarie occorrerà attendere il 20 agosto, data prevista per la conversione dell’emendamento.

Scontrini, facciamo il punto della situazione

L’Agenzia delle Entrate carica le spese mediche del contribuente sul modello 730 precompilato. Il cittadino potrà controllare la somma indicata e modificarla aggiungendo pagamenti di visite private non pervenuti dal Fisco. Il tutto solo se l’importo dovuto è stato pagato con mezzi tracciabili secondo quanto previsto dalla normativa introdotta nel 2020. Non solo, oltre alla fattura è necessario conservare tutti gli scontrini relativi al pagamento con carta di credito, debito o Bancomat per poter ottenere la detrazione del 19%. Il rimborso IRPEF, dunque, si perde pagando in contanti.

Un appunto è stato fatto in sede di Legge di Bilancio 2020. Data la rilevanza sociale della prestazione, si è deciso che solamente le spese sostenute presso medici privati o strutture sanitarie private sono detraibili se effettuate con mezzi tracciabili. Il contante, dunque, è ammesso in strutture del Servizio Sanitario Nazionale e presso strutture private accreditate. L’importante è conservare gli scontrini, almeno per ora.

Addio documentazione ma solo in un caso

La necessità di conservare gli scontrini potrebbe sparire grazie all’emendamento del DL semplificazioni ma solamente se il contribuente si recherà presso Caf e Patronati per compilare la dichiarazione dei redditi. Sarà compito di queste agenzie verificare la corrispondenza delle spese da detrarre mentre il Fisco si soffermerà unicamente sui documenti non presenti nel modello precompilato. Niente più scontrini accumulati nei cassetti, dunque, ma per ora non gettate nulla. Si attende la conferma della conversione dell’emendamento per fine agosto.

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