Superbonus 110%: errori e malintesi, i soldi sono già esauriti? Cosa succede adesso

I fondi per il Superbonus 110% sarebbero terminati ed, inoltre, le risorse sarebbero state superate. Cosa succede?

Secondo un resoconto pubblicato da Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, fino allo scorso 31 maggio, le “detrazioni previste a fine lavori” si aggiravano a 33,7 miliardi di euro, contro i 33,3 miliardi messi a disposizione dal Governo. Questo è quanto emerge dalle stime effettuate dall’Ufficio parlamentare di bilancio.

Superbonus 110%
Foto Canva

Come si prospetta, quindi, per il futuro? Cerchiamo di fare il punto della situazione.

Superbonus 110%: i fondi sono finiti ma le richieste aumentano

I soldi per il Superbonus 110% sono già terminati e, dunque, la preoccupazione è che non si possa più usufruire dei vantaggi per i lavori edilizi.

Nonostante la proroga tramite la Legge di Bilancio 2022, il Governo non avrebbe intenzione di predisporre ulteriori fondi per la misura. Secondo il rapporto di Enea, i lavori edilizi per i quali si può richiedere il beneficio crescono di ben 3 miliardi al mese, da febbraio, a fronte dei 2 miliardi del periodo settembre 2021-gennaio 2022.

Nuovi stanziamenti, dunque, servirebbero, anche perché il termine ultimo stabilito per usufruire del Bonus è il 30 giugno 2022, ma esso sarà consentito fino al prossimo 31 dicembre , per gli edifici unifamiliari che completino almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre. Inoltre, il Superbonus 110% sarà valido fino al 2023 per gli Istituti autonomi case popolari (cd. Iacp).

Cosa accadrà ai cittadini che faranno richiesta per una ristrutturazione nelle prossime settimane? O vedranno la loro richiesta negata oppure metteranno il Governo con le spalle al muro, costretto a trovare una soluzione adeguata. Insomma, si dovrà trovare una soluzione.

Leggi anche: “Superbonus 110%, le piccole imprese edili dicono “no” allo sconto in fattura: i motivi del categorico rifiuto“.

Il rischio per le imprese

In base all’ultima indagine condotta da CNA (la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media impresa), circa 2,6 miliardi di euro di crediti fiscali sono in attesa di monetizzazione da parte delle imprese. Inoltre, circa 60 mila imprese artigiane hanno molti crediti, ma nessuna liquidità, con possibili conseguenze devastanti. Il 48,6%, infatti, ha paura del fallimento ed il 68,4% ritiene di dover bloccare i cantieri attivi, se non verranno stanziati ulteriori fondi.

La Confederazione avverte che più di 33 mila imprese artigiane sono, attualmente, a rischio fallimento, con la conseguente perdita di oltre 150mila posti di lavoro nel settore delle costruzioni.

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