Mancato pagamento TARI e rischi per il contribuente: il Comune può bloccare il conto corrente?

Pagare la TARI è opportuno anche per non dover subire alcune pesanti conseguenze. I rischi per il contribuente moroso.

La TARI è un appuntamento fisso per milioni e milioni di contribuenti. Non pagarla significa esporsi alle conseguenze ed alle contromisure che il Comune può adottare per recuperare il dovuto.

Mancato pagamento TARI
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La TARI è una delle voci di spesa che ricadono sul cittadino contribuente. Le norme vigenti in materia indicano che si tratta di un preciso obbligo fiscale che deve essere adempiuto dal soggetto tenuto al versamento.

C’è però chi si domanda quali possono essere le conseguenze in caso di mancato versamento della tassa sui rifiuti: come può l’ente locale tutelarsi? C’è possibilità di subire il pignoramento o provvedimenti come il fermo auto? E ancora, è possibile subire il blocco del proprio conto corrente per recuperare quanto non pagato al Comune? Di seguito, dopo aver in sintesi ricordato che cos’è la TARI, intendiamo dare risposta a questi rilevanti quesiti pratici, che sicuramente interesseranno non pochi contribuenti.

TARI: che cos’è in breve e chi la deve pagare

La TARI è la ben nota tassa sui rifiuti e rappresenta il costo gravante sui cittadini contribuenti, per sua natura destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Di fatto l’ente creditore è il Comune che adotta un proprio regolamento di dettaglio, nel quadro di regole generali già stabilite a livello nazionale.

Si tratta di un importo dovuto da tutti coloro che possiedano o detengano a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti. In termini pratici questo vuol dire che tenuto al versamento del tributo può essere il proprietario, ma non solo. In caso di affitto di durata superiore a 6 mesi, ad esempio, sarà l’inquilino a dover pagare la tassa sui rifiuti. Nei casi invece di comodato o usufrutto sul bene immobile, l’obbligo in questione graverà sul comodatario o sull’usufruttuario, rispettivamente. Quanto detto ci fa capire che è obbligato a pagare la TARI chiunque occupi l’immobile.

Non solo. La tassa in oggetto deve essere pagata anche da chi non abita l’immobile: ciò che rileva dal lato fiscale è infatti la potenzialità dell’immobile a produrre rifiuti nel corso del tempo.

Sul piano normativo, ricordiamo che la TARI è stata prevista, a decorrere dal 2014, dalla legge n. 147 del 2013 (vale a dire la legge di stabilità per il 2014).

Le conseguenze se il cittadino non la paga

A questo punto, veniamo alle domande iniziali. Vero è che colui che non versa la tassa sui rifiuti compie un’evasione fiscale, ma attenzione: non si tratta di conseguenze molto gravi per il contribuente, giacché in ragione dell’esiguo ammontare del tributo, subentrano sanzioni solo di tipo amministrativo-tributario. Si tratta della cd. mora, ovvero una sanzione pari al 30% di quanto non pagato.

L’ente locale ha a disposizione alcuni strumenti per tutelarsi: pensiamo all’avviso di pagamento, al successivo iter di riscossione attraverso l’Agente per la Riscossione esattoriale e alla cd. iscrizione a ruolo TARI.

Il contribuente deve stare molto attento laddove persista nell’inadempimento, in quanto l’Agente per la Riscossione andrà a notificare al contribuente moroso una cartella di pagamento, in cui sono inserite le informazioni sugli importi dovuti, la causale, l’anno di riferimento e la data in cui il ruolo è stato dichiarato esecutivo. Il contribuente può scegliere di domandare la dilazione del versamento in rate oppure può valutare di impugnare la cartella.

TARI: le azioni di recupero del credito

L’emissione della cartella di pagamento ha una importanza clou per tutta la procedura. Infatti scaduti 60 giorni dalla notifica della cartella, l’Ente per la riscossione potrà dare luogo alle azioni di recupero del credito, laddove il moroso non paghi o non chieda la rateazione.

Ci riferiamo alle:

  • azioni cautelari, ovvero il fermo amministrativo sull’auto e l’ipoteca sulla casa. Esse sono mirate a garantire la non dispersione del patrimonio del contribuente che non paga. Ciò servirà a impedire che questi ponga atti ali da pregiudicare le ragioni del creditore.
  • azioni esecutive, vale a dire il pignoramento dei beni.

Rimarchiamo però che l’ipoteca sulla casa (anche sulla prima) o su ogni altro immobile intestato o cointestato al debitore può essere iscritta a condizione che il debito maturato e non saldato sia al di sopra dei 20mila euro.

Non solo. La legge ammette, in caso di mancato pagamento della TARI, anche il pignoramento del conto corrente (bancario o postale). Essa altro non è che una delle misure esecutive che l’Agente della riscossione può usare contro il debitore inadempiente. Di fatto l’esattore agirà con il prelievo della somma dal conto, laddove l’obbligato – pur avvisato – persista nel non pagare.

Infine, l’ente locale può agire con una misura esecutiva anche tramite il pignoramento dello stipendio o della pensione, secondo gli ordinari limiti previsti in materia. Ne consegue insomma che il contribuente farà bene a ricordarsi di pagare la TARI, in quanto le contromisure a disposizione del Comune sono molto più gravose del pagamento in sé della tassa sui rifiuti.

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