Fotovoltaico e le soluzioni per vendere l’energia elettrica prodotta in eccesso e guadagnarci

Un cittadino che decide di vendere l’energia elettrica in eccesso può avere varie motivazioni. Tra queste risparmiare sulle bollette.

Può farlo utilizzando le fonti rinnovabili. Infatti, investire su un impianto di energia rinnovabile può produrre un risparmio a lungo termine sia sull’elettrica sia sul riscaldamento. Solo in questo modo una casa diventa più sostenibile.

vendere l’energia elettrica
Foto Canva

Tutto dipende però dai regolamenti regionali, perché le leggi possono cambiare da una Regione all’altra, ma anche da Comune a Comune. Nel caso che sia fattibile installare impianti alimentati da fonti rinnovabili bisognerà approfittare di inventivi e bonus.

Come vendere l’energia elettrica prodotta in eccesso e guadagnarci? La risposta è incredibile

Innanzitutto, si può affermare che è possibile vendere l’energia elettrica prodotta in eccesso. Ed è possibile dal Decreto Bersani che ha liberalizzato il mercato dell’energia elettrica e del gas. L’importante è che sia i privati sia le aziende scelgano di adottare fonti rinnovabili. Anche perché il governo ha stanziato diversi incentivi che sfruttano questo tipo di energia.

Anche se ormai in molti lo sapranno, è bene però ribadire il concetto di cosa sia una fonte rinnovabile. È un’energia generata da fonti naturali come, sole, vento e acqua. Si chiama energia rinnovabile perché tutti gli elementi sono fonti che si autorigenerano naturalmente.

Quindi la scelta di utilizzare pannelli fotovoltaici o impianti minieolici potrebbe essere la scelta giusta. Inoltre, con l’introduzione dei Certificati verdi, i produttori e gli importatori di energia elettrica tradizionale hanno l’obbligo di utilizzare almeno per il 2% dell’energia prodotta in eccesso.

Vendere energia per GSE

Due sono i modi per produrre e vendere l’0ergia elettrica dipende a quale ente si fa rivolge: AEG e GSE oppure ARERA. I certificati verdi sono rilasciati dal Gestore dei servi elettrici (GSE) ai produttori di energia elettrica e certificano quanta energia rinnovabile è stata prodotta.

Con la delibera 1/2009 l’Autorità per energia elettrica e il gas (SEEG) ha introdotto la tariffa onnicomprensiva che hanno sostituito i certificati verdi. Sono validi solo per gli impianti con potenza nominale inferiore a 1 MW. La produzione di energia solare invece è stata inserita nel Conto energia con il quale il GSE riconosceva una tariffa per ogni kWh elettrico prodotto dai pannelli fotovoltaici.

Poi, nel 2008 si è passati al sistema del ritiro dedicato, ossia un modo molto semplificato di vendere elettricità accumulata al Gestore. Questo, in seguito, deciderà un prezzo al produttore per ogni kWh ritirato. Tra l’altro, la essendo inventivi il ritiro dedicato può essere richiesto anche se già chiesto per i certificati verdi o per il Conto energia per il sistema fotovoltaico.

Infine, nel 2009 il governo introdusse lo scambio sul posto con questo sistema è possibile restituire alla rete l’energia prodotta ma non ancora consumata.

Vendere energia per ARERA

L’anno scorso è arrivata una nuova delibera, la n. 109/2021 che stabilisce una regola sui prelievi di energia destinata alle successive immissioni in rete. Non solo. La delibera ha introdotto nuove modalità di erogazione del servizio. Tra l’altro ha anche stabilito che ogni produttore di energia deve comunicare la sua volontà a connettersi con la rete inviando un modulo di richiesta al distributore competente.

Cosa fare

Per poter produrre e vendere l’energia prodotta è necessario riferirsi alla guida dell’ente distributore. Di solito, la prassi burocratica della restituzione dell’energia è molto complicata. Infatti, spesso i produttori decidono di utilizzare per sé stessi l’energia prodotta. Si tratta dell’autoconsumo che molti consumatori reputano anche molto conveniente. Questo perché abbatte i costi a lungo termine, per esempio, di un impianto fotovoltaico.

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