Il Canone Rai fa discutere e porta i contribuenti all’interno di un vero e proprio incubo, un importo di 300 euro da corrispondere a partire dal 2023.
Le previsioni parlano di 300 euro da corrispondere per il Canone Rai. L’allerta porta scompiglio nell’Associazione Utenti e Consumatori che grida “Abbandonate l’antenna TV”.
Un vero incubo che fa tremare i contribuenti. Se fosse vero – e ad oggi le possibilità sono 50 e 50 – sarebbe una clamorosa batosta per gli italiani già gravati da numerosi aumenti. L’idea che invece di pagare gli attuali 90 euro all’anno si dovranno corrispondere circa 300 euro è spaventosa e incomprensibile se non si legge la situazione nel suo complesso. Nessun motivo potrà mai essere sufficiente per giustificare un aumento del genere ma è bene fare il punto della situazione prima di ipotizzare scenari futuri.
Nel 2023 il Canone Rai dovrà uscire dalla bolletta della luce. Lo impongono le direttive europee che esigono l’eliminazione dalla bolletta dell’energia elettrica tutte le voci non direttamente connesse. Il canone corrisposto per il possesso di un apparecchio televisivo rientra tra le voci da cancellare. A questo punto sorge un primo dubbio. Come verrà pagata la tassa nel 2023? Il ritorno al bollettino postale è escluso al 99%. Il Governo cerca altre soluzioni gettando lo sguardo sulle nazioni a noi vicine.
C’è chi la propone come una tassa sulla casa, chi si affida ad una società di recupero credito e chi la associa alla tassa automobilistica. Oltre alla modalità di pagamento, però, il Governo ha dato uno sguardo agli importi versati nelle altre nazioni – Francia, Germania, Inghilterra in primis – notando che sono notevolmente superiori a 90 euro. Oltre a questo appunto un’altra constatazione fa sorgere il dubbio di un possibile aumento in Italia del Canone Rai ossia il possibile ritorno ad un’evasione esagerata dell’imposta come accadeva prima del 2016.
Il numero di evasori fiscali prima che nel 2016 il Canone Rai venisse introdotto in bolletta era elevato. Con la decisione presa dal Governo Renzi sono state garantite entrate aggiuntive allo Stato con la regolarizzazione di migliaia e migliaia di posizioni che hanno permesso di abbassare l’importo da 113 euro circa a 90 euro. Ora che il Canone uscirà dalla bolletta cosa accadrà?
L’esigenza principale secondo Carlo Fuortes è continuare a garantire gli introiti e, se possibile, di aumentarli dato che le casse della Rai fanno fatica a riempirsi. Quest’esigenza di “far cassa” non piace all’Associazione Utenti e Consumatori che mira, invece, a tutelare i contribuenti e ricorda come nel 1995 un referendum aveva sancito per gli italiani la possibilità che la Rai diventasse privata. Una richiesta mai presa in considerazione e che spinge oggi l’Aduc ad invitare i cittadini ad abbandonare l’antenna TV per preferire il mondo di internet e dello streaming. Un invito che potrebbe risultare inutile se mai verrà presa in considerazione la proposta di Fuortes – al momento bocciata – di includere nel Canone Rai il possesso di tablet, pc e apparecchi digitali.
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