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Pensioni

Riforma pensioni, le ultime notizie indirizzano verso la strada della Fornero: il motivo è inquietante

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Pensioni, l’iter di accesso nel 2023 è ancora incerto a causa dell’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina. I dubbi sono tanti ma la strada probabile sembra portare verso la riforma Fornero.

Le misure di pensionamento anticipato nel 2023 quali saranno? Dopo Quota 102 cosa dobbiamo aspettarci?

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Il tema delle pensioni è sempre caldo nonostante manchino ancora sette mesi al nuovo anno. Il 2022 è un anno di transizione, le modifiche apportate dal mese di gennaio dureranno 12 mesi e dal 2023 assisteremo a cambiamenti di cui oggi si ignora l’entità. Se la situazione era dubbia ad inizio anno, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si è ancora più complicata e pensare di disegnare oggi i contorni del domani è impossibile. Eppure le ultime notizie riportano la possibilità che la strada intrapresa sia quella verso la Riforma Fornero. Pessima notizia per i lavoratori dato che, se l’ipotesi attuale venisse realizzata, l’uscita dal mondo del lavoro sarebbe possibile a 67 anni. 

Riforma pensioni, gli indizi sul futuro

E’ importante capire quali sono gli indici che lasciano presupporre l’attivazione della riforma Fornero. Come accennato, le attuali Quota 102, Opzione Donna e Ape Sociale dovrebbero sparire con la fine del 2022 a meno che non vengano prorogate (nessun accenno a tale possibilità per ora). La riforma strutturale delle pensioni è stata annunciata ma non realizzata né lontanamente idealizzata. Urge, invece, una definizione chiara e certa il prima possibile perché i lavoratori hanno il diritto di pianificare il futuro e per poterlo fare devono sapere se potranno andare in pensione nel 2023 oppure no. Ad oggi l’ipotesi più plausibile è la riforma Fornero con un allungamento delle tempistiche per uscire dal mondo del lavoro.

Perché c’è un ritardo nelle decisioni?

Ad incidere sul ritardo e sulle incertezze è la guerra in atto tra Ucraina e Russia. I cambiamenti macroeconomici a livello mondiali non aiutano a definire la possibile situazione futura in relazione al tema “pensioni”.

Il rilancio della previdenza complementare, la pensione di garanzia per i giovani, i bonus contributivi per le donne con figli sono questioni importanti ma, al momento, messe in un angolo per l’impossibilità di delineare i contorni della riforma strutturale della previdenza pubblica. Per risolvere la situazione occorre che il premier Mario Draghi convochi i sindacati Cisl, Uil e Cgil per ripartire da zero e pianificare il futuro dei lavoratori prossimi alla pensione.

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