Riforma delle pensioni: da rivedere Opzione donna e APE Sociale con quattordicesima per tutti

La riforma delle pensioni deve concentrarsi maggiormente sui cambiamenti di Opzione donna e sull’aumento degli assegni minimi. Queste le richieste dell’ANP-CIA.

L’Associazione Nazionale Pensionati della Confederazione Italiana Agricoltori ha ribadito le richieste di cambiamenti in tema “pensioni”.

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Raggiungere l’età pensionabile in Italia mette i cittadini in una condizione ambigua. Da una parte si ha il desiderio di godersi l’uscita dal mondo del lavoro per dedicarsi maggiormente a sé stessi e alla famiglia; dall’altra si ha il forte timore di non poter vivere agiatamente dato che gli importi dell’assegno pensionistico risultano essere decisamente inferiori rispetto allo stipendio. Essere felici di andare in pensione, dunque, è difficile per tanti lavoratori che non riescono a vedere una vecchiaia tranquilla. La riforma delle pensioni in atto, poi, non fornisce molti chiarimenti sulle possibilità future. I dubbi sono ancora tanti soprattutto con riferimento al prossimo anno, il 2023. Ad oggi è attiva Quota 102 ma durerà solo per l’anno in corso e poi? Mistero. In questa situazione emergono le richieste dell’ANP-CIA con particolare riferimento a due tematiche, Opzione Donna e la pensione minima.

Riforma delle pensioni e importo minimo, le richieste dell’ANP-CIA

La richiesta dell’Associazione ribadita durante un’assemblea tenutasi a Roma è chiara, occorre provvedere all’aumento delle minime. Il Presidente Alessandro Del Carlo ha sottolineato che l’assegno pensionistico attuale è inadeguato, ogni parametro è al di sotto degli standard e delle norme nazionali ed europee riferite al livello di povertà.

In più, è moralmente e socialmente ingiusto.  Del Carlo afferma che tutti i pensionati con pensione minima sono stati abbandonati dal Governo soprattutto nel difficile periodo della pandemia. Tra i numerosi provvedimenti attivati per sostenere la popolazione nemmeno un’agevolazione è stata prevista per i percettori dell’assegno minimo il cui importo è totalmente inadeguato e insufficiente per affrontare le spese economiche mensili. Il disagio è aumentato ulteriormente con i numerosi rincari dell’anno in corso. Ricordiamo che l’importo della pensione minima per l’anno 2022 è di 523,83 euro erogati per tredici mensilità.

Opzione donna e altri temi da affrontare

In tema di riforma delle pensioni è necessario, secondo l’ANP-CIA rivedere diverse questioni. Prima tra tutte Opzione donna per risolvere una volta per tutte le difformità di trattamento. In Italia nel 2022 si riscontrano ancora tante, troppo, diversità tra la retribuzione di un lavoratore uomo e lo stipendio di una lavoratrice donna. La stima è di un importo inferiore del 20% a parità di preparazione e qualifica.

Tra i punti da rivedere poi, l’ANP-CIA ha inserito la tassazione sulle pensioni che dovrebbe essere ridotta, l’estensione della Tax-Area per gli assegni pensionistici con importo tre volte superiore al minimo, la revisione dei requisiti di accesso alla pensione di cittadinanza per ampliare la platea dei beneficiari e l’estensione della quattordicesima.

Altri temi da affrontare riguardano, poi, l’attivazione di diritti fiscali per gli incapienti che, ad oggi, non sono autorizzati a detrarre oneri, spese né familiari a carico e la necessità di dare una svolta all’Ape Sociale consentendo agli agricoltori di andare in pensione in anticipo senza subire penalizzazioni dato che si tratta di un lavoro usurante. Concludiamo, poi, con la proposta dell’Associazione di creare una pensione base di garanzia per i giovani. Tanti buoni propositi che renderebbero la riforma delle pensioni realmente efficace per i cittadini. Ne vedremo realizzarsi qualcuno?

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