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Economia

Assegno unico figli: attenzione alle truffe e agli errori che bloccano il bonus

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I primi accrediti dell’assegno unico e universale sono arrivati e come è successo con il RdC e il Superbonus anche le prime truffe.

L’INPS ha attivato il centro controllo antifrode per circa 18mila istanze presentate perché contenevano anomalie. Infatti, per circa 200mila domande l’Istituto ha chiesto delle verifiche, mentre il 98% sono state gestite senza problemi.

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Le informazioni contenute nelle domande sono ricavate da diverse banche dati, ma potrebbe essere necessario qualche documento per sanare delle irregolarità. Quindi, bisogna fare attenzioni agli errori nella documentazione da presentare.

Assegno unico: le prime truffe

L’Assegno unico universale è una misura di sostegno alle famiglie con un importo che oscilla tra i 50 e i 175 euro per figlio. A questi importi si devono aggiungere ulteriori aumenti sulla base delle varie situazioni familiari. Beneficeranno dell’assegno i nuclei familiari a partire dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età dei figli.

Con i primi pagamenti sono iniziate anche le truffe. Così come segnala Il Sole 24Ore 18mila sono state le domande con delle irregolarità. Per esempio, famiglie residenti tutte allo stesso indirizzo oppure nuclei familiari con 10 figli ma codici fiscali con diverse residenze anagrafiche.

Addirittura, richieste per l’assegno da destinare a 17 figli, ma senza ISEE. “Stiamo adottando la massima prudenza nei controlli – afferma Maria Sciarrino, direttore centrale Inclusione e Invalidità civile dell’INPS – in particolare laddove emergono anomalie dall’incrocio dei dati”.

Pagamenti

L’Assegno unico è attivo dal 1° marzo ma in via sperimentale si poteva fare richiesta tra il 1° gennaio e il 28 febbraio. Di conseguenza i pagamenti avranno modalità diverse. Quindi chi ha inviato la domanda durante il periodo di sperimentazione dovrebbe aver ricevuto l’assegno tra il 15 e il 21 marzo.

Il pagamento sarà mensile. Infatti, per le domande inviate tra il 5 e il 31 marzo il pagamento tra il 15 e il 21 aprile. Di conseguenza, per le domande inviate ad aprile l’assegno sarà corrisposto a maggio e così via. Comunque sia nelle domande inviate entro il 30 giugno l’assegno includerà gli arretrati da marzo.

Come ottenere gli arretrati

Riguardo agli arretrati sarà compito degli uffici territoriali dell’INPS e dei patronati raccogliere le richieste dei cittadini. Le modifiche alle domande saranno gestite tramite una piattaforma con la quale gli enti preposti potranno consultare l’elenco dei beneficiari. Inoltre, sarà attivata una procedura per recuperare gli arretrati degli importi e per presentare eventuali ricorsi per domande respinte.

Una volta modificata la domanda di assegno unico, per eventuali sopraggiunte variazioni legate al nucleo familiare e ai suoi componenti, sarà possibile “aggiornare” gli importi assegnati. Per alcune situazioni è necessario presentarsi fisicamente nell’ufficio della sede INPS più vicina alla propria residenza e consegnare la documentazione integrativa. Solo in questo modo si potrà richiedere l’aggiornamento dell’ISEE.

Altre criticità

L’INPS ha riscontrato anche altre criticità. Alcuni richiedenti hanno ricevuto l’importo minimo per figlio (50 euro) anche se avevano presentato un ISEE inferiore a 40mila euro. L’INPS spiega che ciò è successo perché la domanda è stata presentata senza aver calcolato l’indicatore. Per questo l’INPS ricorda che “la presenza dell’indicatore sarà verificata ogni mese” e che “gli arretrati saranno erogati a conguaglio con gli assegni successivi a marzo. In seguito, si definirà se erogarli ogni mese oppure alle scadenze di giugno, settembre e dicembre”.

Invece gli avvocati sono perplessi su questa misura soprattutto perché non è chiaro come sarà ripartito l’assegno tra i genitori separati e divorziati. In realtà, la procedura consente di scegliere che l’assegno venga diviso al 50% tra i genitori. Ovviamente, l’INPS non può sapere lo stato coniugale di questi e quindi ha disposto che l’assegno possa essere versato a uno dei due genitori al 100%. A decidere a quale, se i genitori non trovano un accordo, potrebbe essere un giudice. L’importante è che la sentenza o la richiesta venga presentata dal genitore che vuole ottenere l’intera somma.

Pagamenti RdC di aprile

Infine, i beneficiari del Reddito di cittadinanza con figli entro i 21 anni riceveranno ad aprile per la prima volta l’importo, che però si rifà al mese di marzo. L’assegno avverrà in automatico nella carta RdC. Per saperne di più non resta che aspettare la circolare INPS con tutti i dettagli.

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