Liquidazione TFS o TFR, spetta un’indennità che non tutti conoscono

Insieme alla liquidazione del TFS – TFR l’ex lavoratore ha diritto anche all’indennità sostitutiva del preavviso. Non tutti, però, sanno di averne diritto. Ecco in quali casi si può richiedere.

Qualora il contratto di lavoro preveda un termine di preavviso per la sua risoluzione, sia il datore di lavoro sia il lavoratore devono rispettarlo. In caso contrario, infatti, la parte che ha violato tale obbligo, sarà costretta a pagare l’indennità sostitutiva del preavviso.

indennità sostitutiva del preavviso
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Se, dunque, l’azienda licenzia un proprio dipendente violando il periodo di preavviso, sarà obbligata a corrispondergli l’indennità sostitutiva, insieme al TFR e a tutti gli altri diritti maturati e non goduti.

Indennità sostitutiva del preavviso: che cos’è?

La legge consente alle parti del contratto di lavoro di recedere dallo stesso, a condizione di rispettare il periodo di preavviso sancito dal relativo contrato collettivo. Questa regola vale sia nelle ipotesi di dimissioni volontarie sia nelle ipotesi di licenziamento. Il preavviso, quindi, permette alla controparte di avere tempo per organizzarsi, nel caso in cui l’altra parte voglia ritirarsi dal vincolo.

Il rispetto del termine di preavviso è fondamentale, perché la sua violazione comporta pesanti sanzioni economiche. In tal caso, infatti, la parte che non rispetta il preavviso è tenuta a versare all’altra un’indennità. La cd. indennità sostitutiva del preavviso spetta al lavoratore al momento della conclusione del rapporto lavorativo, insieme al TFR, ai ratei, ai permessi e alle ferie maturati.

Come si calcola l’indennità

L’art. 2122 del Codice Civile sancisce che quando un rapporto di lavoro si interrompe in seguito alla morte del lavoratore, gli eredi hanno diritto, oltre alla liquidazione del TFS o TFR, anche all’indennità sostitutiva del preavviso. I destinatari di tale indennità sono il coniuge, i figli a carico del lavoratore al momento della morte, i pareti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado.

Inoltre, le somme erogate non vanno nell’asse ereditario, perché quello all’indennità è un vero e proprio diritto. Per ottenerla, quindi, è necessario presentare i documenti che certificano il diritto a beneficiare delle somme maturate dal lavoratore insieme al certificato di morte.

A chi spettano il TFR e l’indennità sostitutiva di preavviso?

Ha diritto al TFR e all’indennità anche l’ex coniuge divorziato o separato, solo, però, nel caso in cui non si sia risposato e sia titolare di un assegno di mantenimento di divorzio. I requisiti, insomma, sono gli stetti per il percepimento della pensione di reversibilità.

Si avrà, dunque, diritto al 40% dell’importo dell’indennità, in relazione al periodo in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio.

Gli obblighi del datore di lavoro

Il datore di lavoro deve informare i beneficiari circa le somme loro spettanti. Nel caso in cui manchi tale avviso, gli aventi diritto possono presentare richiesta attraverso raccomandata con avviso di ricevimento, richiedendo le indennità maturate e il trattamento di fine rapporto. L’art. 19 del TUIR, inoltre, prevede che sia l’indennità sostitutiva del preavviso sia il TFR sono sottoposti a tassazione separata.

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