Circolavano da giorni alcuni “rumors” riguardo alle pensioni di aprile 2022. Le preoccupazioni erano legate alla fine dello stato di emergenza.
il 31 marzo prossimo, tra pochi giorni, scatterà la fine dell’emergenza sanitaria. Una bellissima notizia per quanto riguarda fine delle restrizioni & co, se vogliamo dirla tutta, ma altre cose “bollono in pentola”, e non tutti saranno lieti delle novità. Una di queste riguarda la data di accredito delle pensioni. Ecco cosa succederà dal 1 aprile.
Come tutti ricordano senz’altro, a seguito dell’emergenza Coronavirus furono attuate molte misure di sicurezza. Tra le tante, la possibilità per i titolari di pensione (vecchiaia e invalidità) di ricevere l’assegno la fine del mese prima di quello spettante. Per evitare code agli uffici postali, per questi due anni le pensioni sono arrivate tra il 25 e il 30 del mese invece che nei primi giorni dello stesso, come avveniva prima del Covid.
Alla fine, molti si sono abituati a percepire “prima” la pensione. Nei giorni scorsi, in merito proprio al cambiamento della tempistica, erano circolate voci diverse. Chi asseriva che l’erogazione sarebbe continuata ancora in modo anticipato e chi invece sosteneva che già da aprile sarebbero cambiate le cose. Un comunicato di Poste Italiane ha fatto chiarezza.
Con l’arrivo del 31 marzo cade lo stato di emergenza. Ecco perché alcune cose saranno immediatamente ripristinate come precedentemente alla comparsa del Covid. Se per Green Pass, tamponi e obbligo vaccinale l’evoluzione la vedremo lentamente da qui a giugno, per le pensioni il cambiamento è praticamente istantaneo.
Questo significa che gli assegni di aprile 2022 non verranno più versati entro la fine di marzo. Poste Italiane fa sapere infatti che è stato ripristinato il calendario precedente allo stato di emergenza. Di conseguenza, i titolari di pensione di vecchiaia e di invalidità riceveranno l’assegno relativo al mese di aprile secondo i seguenti scaglioni.
La “consolazione” arriva però dal fatto che qualcuno potrà beneficiare di importi più alti, grazie al ricalcolo degli scaglioni IRPEF e all’adeguamento ISTAT al costo della vita.
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