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La crisi è realtà, al supermercato lo scaffale resta vuoto: ecco cosa manca

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La crisi è in atto, il momento che viviamo è negativo come mai si poteva immaginare soltanto qualche settimana fa. La situazione, critica.

Quello che in questo periodo riguarda il nostro continente, la nostra Europa, non era certo immaginabile fino a poche settimane fa. Venti di guerra soffiavano certo, ma nessuno realmente ipotizzava uno scenario simile, una situazione talmente complessa da tenere sotto scacco non solo i due paesi coinvolti nel conflitto, ma anche tutti gli altri, finora semplici spettatori. La situazione rischia di sfuggire di mano ed oggi come oggi resta più che mai critica. Ad oggi non sembra esserci soluzione al conflitto, nessuno spiraglio, purtroppo.

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Non c’è pace per le famiglie italiane all’indomani dei fatti che hanno macchiato di sangue questo inizio 2022. Ci troviamo di fronte ad una situazione per certi versi assolutamente imprevedibile, almeno in questo modo, cosi come anticipato. Al momento, il conflitto, del quale oggi non si riesce a prevedere la sorte, sta mettendo in ginocchio milioni e milioni di famiglie in giro per l’Europa, oltre che chiaramente devastare la vita dei cittadini ucraini, invasi da un momento all’altro e che nella maggior parte dei casi hanno dovuto lasciare ogni cosa per scappare.

Il conflitto ha reso impraticabili alcune dinamiche. Ha costretto il mercato a chiudersi in qualche modo in se stesso portando ad un aumento spropositato dei prezzi dei beni anche di prima necessità. Il grano, la farina, iniziano a creare forti condizionamenti alla maggior parte delle attività commerciali presenti sul nostro territorio. Basti pensare a panifici, pizzerie, pasticcerie. Il tutto condizionato dai capricci di un mercato che forse non sa bene come organizzarsi come regolarsi. Mercato che nel frattempo, comunque, fa schizzare alle stelle i prezzi.

La crisi è in atto, al supermercato lo scaffale resta vuoto: quello che succede oggi non era affatto previsto

La farina, l’olio, sono questi i beni che anche al supermercato abbiamo visto prendere letteralmente d’assalto. Chiaramente la pasta. Gli italiani sembrano essere tornati ai tempi del lockdown, quando la caccia al lievito di birra faceva letteralmente impazzire i cittadini. Oggi invece quello che succede ha dei risvolti purtroppo ancora più gravi. Oggi la guerra in un modo o nell’altro condiziona il nostro mercato, fa in modo che alla fine siano le famiglie maggiormente in difficoltà a pagare il prezzo più alto, la paura di non riuscire ad arrivare a fine mese.

Secondo ciò che ci dicono gli esperti di settore i beni più richiesti dai cittadini in alcuni casi protagonisti di vere e proprie psicosi sono chiaramente la farina, l’olio ma anche zucchero e pasta. L’idea di rivivere momenti di profonda difficoltà senza poter uscire di casa pare stia prendendo in alcuni casi il sopravvento. A questo va aggiunta anche la paura di restare senza benzina, con i prezzi dei carburanti che arrivano a sfiorare i 3 euro al litro. Uno scenario davvero incredibile che nemmeno il più pessimista dei cittadini avrebbe potuto immaginare.

Gli italiani, ma non sono loro, insomma hanno paura che la situazione possa degenerare da un momento all’altro. Fanno scorte di cibo immaginando che in qualche modo si possa arrivare al blocco dei rifornimenti causati magari dall’aumento eccessivo del prezzo del carburante. Acquistano pasta, olio, passate di pomodoro, acqua. Immaginano nella peggiore delle ipotesi di restare a secco per molte settimane, di fatto senza alcuna certezza che la cosa possa essere solo lontanamente realizzabile. La psicosi è questa, la paura ha questi contorni, questi tratti.

Ad oggi la nostra speranza è tutta rivolta alla fine del conflitto, alla pace che ci si augura possa tornare presto a regnare nel nostro continente. I prezzi con la pace caleranno e magari potremmo continuare ad immaginare un 2022 lontano da incertezze, crisi e grandi tragedie.

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