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La guerra avanza, i soldi stanno finendo: il grido disperato delle vittime

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Quello che succede in questi giorni inizia seriamente a compromettere il destino di altri paesi. L’onda d’urto ora si avverte a distanza.

La guerra ha sconvolto l’Ucraina, nulla era previsto, non in questo modo, non questa violenza. Il rischio poteva certo essere avvertito, anzi, forse annunciato, ma non cosi. Non si poteva immaginare un simile risvolto. Le modalità i tempi la ferocia. Non si poteva considerare qualcosa del genere. Quei fatti arrivano forti fino al nostro paese, nei racconti e negli occhi di chi in Ucraina ha parenti, amici, persone alle quali sono legate dalla vita.

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Il racconto è di quanti in questi giorni lasciano le proprie case, fuggono alla ricerca di nemmeno si sa bene cosa in alcuni casi. La guerra è orribile, non lascia scampo, non lascia alternative, non dialoga, uccide, distrugge. Il conflitto in Ucraina ormai da molti giorni ha letteralmente stravolto quei solidi equilibri, o almeno si immaginavano, che da anni governavano il nostro continente. La guerra, l’aggressione russa ha cambiato ogni cosa. Oggi quel grido disperato possiamo avvertirlo a migliaia di chilometri di distanza, persino dal nostro paese.

Le testimonianze quelle più feroci arrivano chiaramente da quello che è il vero e proprio fronte ma al momento purtroppo sono tante anche quelle che indirettamente arrivano attraverso parenti ed amici di chi al momento è ancora bloccato nel paese ucraino. Ruolo fondamentale è giocato in questa fase anche dai social network che aiutano a raccontare con immagini e testimonianze dirette l’orrore che in questi giorni pervade il paese intero. Social che tengono insieme i vari paesi, social che diffondono notizie e spingono alla riflessione.

La guerra avanza, i soldi stanno finendo: l’esperienza di Inna Campioni-Kovalenko

Ucraina russofona, ex insegnante di lettere e letteratura russa e psicologa scolastica Inna Campioni-Kovalenko vive da cica dieci anni nei pressi di Lugano dopo un lungo periodo vissuto nel nostro paese. La sua famiglia è oggi in Ucraina, sua figlia di 35 anni ed i suoi genitori vivono vicino Rivne, 250mila anime. La città nei giorni scorsi è stata pesantemente bombardata dall’esercito russo e la situazione sembra possa precipitare da un momento all’altro. I socalk network rappresentano oggi l’unico strumento che consente ad Inna di restare in contatto con i suoi cari.

Viber o WhatsApp le applicazioni che vanno per la maggiore che consentono alla donna quindi di tenere il polso della situazione di sapere cosa succede ai sui cari a migliaia di chilometri di distanza. L’immagine che arriva dalla città di sua figlia e dei suoi genitori è devastante. Supermercati letteralmente svuotati dalla popolazione impaurita e terrorizzata dalle bombe, bancomat che non assicurano più chiaramente la loro solita funzione. Al momento resta attiva la fornitura di corrente elettrica, acqua ed internet. Al momento dunque è ancora possibile comunicare e godere dei servizi essenziali anche nelle città già fortemente bombardate.

La delusione della donna è forte, la posizione della Nato in tutta la faccenda non è quella che gli ucraini immaginavano. Speravano in un intervento forte e deciso dell’occidente in risposta all’avanzata russa guidata da Vladimir Putin. I rischi concreti per il paese oggi sono tanti, l’Ucraina nei giorni scorsi ha vissuto la terribile minaccia della battaglia intorno alla più grande centrale nucleare del paese e d’Europa. Attimi di terrore che hanno portato ancora più angoscia e rabbia ai cittadini increduli e terrorizzati. Le operazioni non si fermano ed oggi qualcuno spera nelle mediazioni, negli incontri tra le due parti.

Questa guerra si spera possa finire il prima possibile, poi ci sarà da ricostruire tanto e presto. Intere zone di numerose città sono andate distrutte. Migliaia e migliaia di ucraini sono fuggiti dal proprio paese, la situazione è più che mai tesa. Ci si augura la pace ma si continua a sparare e questa guerra non sembra volersi fermare a breve.

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