Ultimi mesi di validità di un BTP con rendimenti decisamente elevati. Conviene investire su tale prodotto?
I BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) sono titoli di Stato a medio-lungo termine, con scadenza compresa tra i 18 mesi ai 50 anni. Sono caratterizzati da una cedola periodica (di solito con cadenza semestrale), che assicura un guadagno fisso e costante nel tempo, oltre alla restituzione dell’intero capitale investito alla scadenza. Godono di una tassazione agevolata al 12,50% e sono un valido strumento per diversificare il portafoglio, soprattutto se si hanno obiettivi a lunga scadenza (ad esempio, l’istruzione dei figli).

Negli anni, però, anche i rendimenti dei BTP hanno subito un arresto, per cui è difficile trovare tassi nominali elevati. Per questo motivo, potrebbe essere un buon affare vedere vecchie emissioni ancora valide, come bond emessi qualche decennio fa e quasi vicini alla scadenza. Tra di essi, c’è un Buono che offre una cedola semestrale del 3,625%. Quali sono le sue caratteristiche?
BTP trentennale: a chi conviene e quanto si guadagna?
Il BTP Fx 7,25% 1nv26 è un Buono del Tesoro Poliennale di durata trentennale, emesso il 1° novembre 1996 e con scadenza fissata al 1° novembre 2026 (codice ISIN IT0001086567). Vengono pagati interessi annui lordi pari al 7,25% (6,343% netti) e al 3,625% a cadenza semestrale. Se, quindi, sono stati investiti mille euro, si ottengono ben 31,7 euro netti ogni sei mesi.

La caratteristica di questo prodotto è che prezza decisamente sopra cento. Chi ha approfittato del Buono al momento dell’emissione ha potuto godere di cedole molto ricche per ben trent’anni, con un guadagno decisamente notevole. Gli interessi, infatti, sono stati ampiamente superiori alle tasse dovute, alle spese di gestione bancaria e al costo della vita in questi decenni.
Attualmente, il BTP 1nv26 prezza a 104,89, con un rendimento a scadenza del 2,02% lordo. Ma conviene acquistarlo a meno di un anno dalla scadenza? Ovviamente non esiste una risposta univoca, perché è sempre necessario valutare le proprie esigenze, ma è opportuno notare come i tempi siano cambiati e i guadagni ottenibili con i titoli di Stato non siano più quelli di qualche anno fa. I corsi, infatti, sono destinati a scendere sotto 100 e a non risalire.
La situazione è ben diversa per chi ha sottoscritto il BTP all’origine, approfittando di corsi vicini alla parità. Anche in questo caso, però, la valutazione sulla convenienza di tenere il prodotto fino alla fine o meno spetta al titolare, ma la liquidazione anticipata sarebbe compensata da una plusvalenza (capital gain), ma solo se il prezzo di acquisto è inferiore a quello del mercato attuale.





