I proprietari di seconde case potrebbero subire delle penalizzazioni non solo in termini di tasse ma anche sulla pensione.
Avere una casa di proprietà potrebbe non essere più vantaggioso come si è sempre pensato, soprattutto quando si tratta di seconde case, cioè quelle che si aggiungono all’abitazione principale. In alcune circostanze, infatti, gli immobili potrebbero avere effetti deleteri sia sul diritto sia sull’ammontare della pensione.
Se, quindi, avete intenzione di comprare una nuova casa, magari da destinare a un’attività , per avere un’entrata aggiuntiva, dovreste pensarci per bene. La Legge di Bilancio, infatti, potrebbe inserire una tassazione del 26% per chi decide di locare i propri immobili tramite portali e piattaforme online, ad esempio Booking o Airbnb. Ma in quali casi possedere una casa di proprietà può incidere sulla pensione? Analizziamo la questione attentamente.
Il reddito derivante dalle seconde case ha rilevanza per i pensionati in due casi. Il primo riguarda i percettori della pensione di reversibilità . Si tratta della prestazione riconosciuta ai superstiti di un lavoratore o un pensionato deceduto. La Legge n. 335/1995 stabilisce delle riduzioni dell’assegno spettante se il destinatario percepisce altri redditi, tra cui quelli legati alla locazione di immobili.
Se la somma supera un certo limite, la pensione di reversibilità viene ridotta d’ufficio, secondo i seguenti parametri:
Chi sa che beneficerà della pensione di reversibilità , dovrebbe chiedere all’INPS o a un Patronato il calcolo preventivo della prestazione, per capire l’entità della perdita e la convenienza dei redditi legati all’immobile.
Il secondo caso è quello che coinvolge gli assegni assistenziali o integrativi, ad esempio l’Assegno Sociale e la pensione minima. Prima di erogare tali prestazioni, l’INPS controlla i redditi del beneficiario, tra cui quelli legati alle proprietà immobiliari diverse dall’abitazione principale. In quest’ipotesi, oltre che sulla misura, il possesso di una seconda casa può influire addirittura sul diritto alle prestazioni.
Per accedere all’Assegno Sociale in misura piena, infatti, è necessario non avere redditi; se, invece, si supera il limite reddituale di 7.002,97 euro annui per i non coniugati e di 14.005,94 euro per i coniugati, l’importo cala e la prestazione può anche non essere riconosciuta. Anche in tal caso, dunque, è consigliabile valutare il proprio patrimonio immobiliare ed, eventualmente, ricorrere ad alcuni istituto, come l’usufrutto, per destinare la casa a un familiare.
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