Se hai intenzione di riscattare fino a 5 anni di contributi, puoi richiedere la pace contributiva. Ma è davvero conveniente?
Grazie alla pace contributiva, possono essere riscattati anche eventuali periodi scoperti da contribuzione, al fine di maturare i requisiti per il diritto alla pensione. L’agevolazione, tuttavia, scadrà a breve e gli interessati dovranno affrettarsi a presentare domanda entro il 31 dicembre.

Ma quali sono i vantaggi concreti dello strumento e a chi si rivolge? Analizziamo, nel dettaglio, la normativa e fughiamo molti dei dubbi che quotidianamente affliggono i nostri Lettori. Si tratta di una questione rilevante, perché un corretto utilizzo della pace contributiva avrebbe degli indubbi benefici sulla pensione futura.
Pro e contro della pace contributiva: tutto quello che bisogna sapere
Grazie alla pace contributiva, è possibile riscattare fino a cinque anni di periodi scoperti da retribuzione e obblighi contributivi, che saranno utili sia per il diritto sia per la misura della pensione. In altre parole, consentiranno non solo di accedere in anticipo al pensionamento ma anche di ottenere un assegno previdenziale più ricco.

In base a quanto evidenziato dalla Circolare INPS n. 69/2024, questo strumento può essere richiesto solo dai contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare a partire dal 1° gennaio 1996. Per quanto riguarda le modalità di richiesta della pace fiscale, la Circolare n. 5/2024 evidenzia che la domanda va presentata non oltre il 31 dicembre 2025.
Al pari delle altre tipologie di riscatto, anche questa è a titolo oneroso e non prevede sconti o agevolazioni (c’è, però, la possibilità di riscattare anche solo periodi frazionati). Il prezzo, tuttavia, non è uguale per tutti, perché varia a seconda dell’ultima retribuzione percepita al momento della domanda e alla Gestione previdenziale INPS di appartenenza. In pratica, più alto è lo stipendio, maggiore sarà la cifra da versare. Per avere un’idea della spesa, un lavoratore dipendente con una RAL di 30 mila euro dovrebbe pagare circa 10 mila euro per un anno di contributi. L’unico beneficio è la possibilità di richiedere la rateizzazione fino a 120 mensilità, per un minimo di 30 euro l’una, senza interessi.
Ma per chi è davvero conveniente la pace contributiva? Potrebbero beneficiarne i soggetti che non hanno alcuna alternativa per raggiungere i requisiti minimi per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Potrebbe, inoltre, essere una valida soluzione per i giovani che hanno appena iniziato a lavorare e desiderano aumentare l’importo della futura pensione. In caso contrario, dati i costi abbastanza elevati, la misura non sembrerebbe molto conveniente e, prima di richiederla, è necessario valutare con attenzione la propria situazione.