Per i prossimi anni sono previste delle innovazioni in tema di pensioni. Chi dovrà fare i conti con i nuovi requisiti?
Crescono le aspettative sulla prossima Manovra finanziaria, soprattutto per coloro che sono prossimi alla tanto agognata pensione. Proprio la questione previdenziale è stata al centro del dibattito politico delle ultime settimane, visto che si è discusso a lungo sull’aumento dell’età pensionabile che dovrebbe scattare dal 2027.

Saranno, infatti, necessari almeno 67 anni e 3 mesi di età per l’uscita definitiva dal mondo del lavoro. Nonostante la volontà del Governo di bloccare l’innalzamento del requisito anagrafico, si è dovuto tener conto delle risorse finanziarie a disposizione. Il Documento Programmatico di Bilancio che è stato inviato alla Commissione UE prevede che, nel biennio 2027-2028, solo una categoria di contribuenti potrà continuare a beneficiare delle attuali condizioni. Di quale si tratta?
Aumento età pensionabile: le ipotesi per un eventuale blocco
I lavoratori gravosi e addetti a mansioni usuranti che avranno compiuto 64 anni nel 2027 saranno esclusi dall’aumento graduale dell’età pensionabile, legato all’adeguamento alle aspettative di vita. È quanto emerge dal Documento Programmatico di Bilancio 2026, pubblicato sul portale web del Ministero dell’Economia. Il pensionamento anticipato con Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale, inoltre, dovrebbe essere confermato.

Dal 2027, dunque, tutti i lavoratori intenzionati ad accedere alla pensione di vecchiaia dovranno possedere almeno 67 anni e 3 mesi di età, a eccezione solo della categoria summenzionata perché particolarmente meritevole di tutela. Al momento, tuttavia, non ci sarebbe una lista dettagliata di beneficiari. Secondo le prime stime, per consentire il blocco dei requisiti per tutti, sarebbero necessari almeno 3 miliardi di euro, mentre predisporlo solo per gravosi e usuranti farebbe scendere la spesa a circa 1,5-2 miliardi.
Per rendere l’innalzamento meno limitante, potrebbe anche essere ridotto a un solo mese per anno. Gli effetti della modifica dell’età pensionabile, inoltre, ricadrebbero anche sulla pensione anticipata ordinaria, che richiederebbe un presupposto minimo contributivo di 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne.
Ma cosa succederà a chi non rientra nelle categorie protette dei lavoratori usuranti, gravosi, turnisti o notturni? Non ci saranno soluzioni alternative, ma dovranno necessariamente rispettare le nuove soglie minime previste dall’adeguamento. L’unica valida soluzione potrebbe essere investire nella previdenza complementare. In tal senso, una delle proposte dell’Esecutivo è l’utilizzo del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) per accedere prima al pensionamento e maturare il requisito contributivo residuale. In ogni caso, consigliamo ai Lettori interessati di accertare in anticipo la propria posizione contributiva, richiedendo una verifica delle condizioni finora maturate e valutare l’eventuale ricorso ad agevolazioni.