Per ricevere l’APE Sociale è necessario rispettare il requisito della convivenza. Cosa succede se si cambia casa?
L’APE Sociale è la prestazione che viene riconosciuta a coloro che hanno almeno 63 anni e 5 mesi di età e 30 anni di contributi e che appartengono alle seguenti categorie: invalidi almeno al 74%, caregivers di familiari disabili gravi, disoccupati e addetti a mansioni gravose (in questo caso, sono necessari 36 anni di contributi).

In relazione al riconoscimento della misura ai caregivers, in Redazione è stato inviato il seguente quesito: “Salve, dal 1° ottobre percepisco l’APE Sociale e avrei intenzione di cambiare la mia residenza e spostarmi da casa di mio padre per tornare nella mia. Rischio di perdere la misura? Grazie“. Analizziamo la questione e tentiamo di fugare i dubbi del nostro Lettore.
APE Sociale e convivenza: in quali casi si rischia la perdita della prestazione?
Per poter accedere all’APE Sociale come caregiver, è necessario che l’interessato assista in maniera continuativa il coniuge o il familiare disabile grave (ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge n. 104/1992) da almeno sei mesi continuativi, alla data di presentazione della domanda. È, però, indispensabile un’altra condizione: la convivenza tra il disabile e la persona che lo assiste.

In relazione a tale requisito, l’INPS, con la Circolare n. 33 del 2018, ha specificato che è sufficienza la residenza nello stesso stabile e allo stesso numero civico, anche se non necessariamente nello stesso interno, cioè lo stesso appartamento. Il presupposto della convivenza viene accertato d’ufficio, se il caregiver indica gli elementi relativi alla residenza anagrafica o all’eventuale dimora temporanea oppure della diversa dimora abituale. In alternativa, può produrre una dichiarazione sostitutiva, ai sensi del D.P.R. 445/2000.
Fatta tale premessa, per chiarire i dubbi del nostro Lettore, specifichiamo che il titolare dell’APE Sociale può, in seguito all’erogazione della prestazione, cambiare la propria residenza. La legge, infatti, non prescrive la residenza stabile quale condizione essenziale per l’ottenimento della misura ma della sola convivenza con il disabile. La convivenza, inoltre, può essere provata anche tramite iscrizione presso l’Anagrafe dei residenti temporanei.
Di conseguenza, non è obbligatoria la residenza anagrafica (ossia la dimora abituale), ma basta anche la residenza temporanea oppure l’abitazione presso lo stesso stabile e allo stesso numero civico. Specifichiamo, inoltre, che la residenza temporanea (che presuppone l’iscrizione nell’apposita Anagrafe) è riservata a coloro che dimorano presso un Comune differente rispetto a quello di residenza, per un periodo massimo di 12 mesi. È ammessa per ragioni di studio, lavoro, famiglia o salute.
Concludendo, non ci sono ostacoli al cambio della residenza dopo il riconoscimento dell’APE Sociale, a condizione che venga preservato il requisito della convivenza al momento dell’erogazione. In ogni caso, consigliamo al Lettore di farsi assistere da un Patronato.