Il congedo straordinario influisce sulla futura pensione? Ecco le regole per non subire penalizzazioni sull’assegno.
I lavoratori dipendenti che prestano cura e assistenza a un familiare affetto da disabilità grave (ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge n. 104/1992) hanno diritto al cd. congedo straordinario. Si tratta di un periodo di assenza giustificata dal lavoro, della durata massima di due anni, durante il quale si ha diritto a un’indennità corrispondente alla retribuzione e all’accredito dei contributi figurativi.
Una Lettrice che beneficia dell’agevolazione ha inviato il seguente quesito: “Buongiorno, sono un’insegnante di scuola primaria, ho 60 anni e 30 anni di servizio. Sto assistendo mio padre da un mese, usufruendo del congedo biennale. Potrei andare in pensione anticipata, anche con un importo eventualmente inferiore? Grazie“. Facciamo chiarezza sulla vicenda.
Durante il periodo di fruizione del congedo straordinario, vengono accreditati i contributi figurativi. Di conseguenza, tali versamenti possono essere utilizzati ai fini della pensione, sia per il diritto (ossia il raggiungimento dei requisiti richiesti) sia per la misura (ossia il calcolo dell’assegno spettante).
Bisogna, però, specificare una questione rilevante. I contributi effettivi sono quelli che vengono accreditati dal datore di lavoro e si riferiscono ai periodi di svolgimento reale dell’attività lavorativa; i contributi figurativi, invece, vengono riconosciuti direttamente dall’INPS e riguardano i momenti di assenza del dipendente. Per il congedo straordinario biennale, però, nonostante il riconoscimento della contribuzione figurativa, l’art. 42, comma 5-ter, del Decreto Legislativo n. 151/2001 prevede che bisogna rispettare un massimale.
Cosa significa? Dal 2011, viene applicata la rivalutazione, su base annuale, della contribuzione, in base alla variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. In questo modo, viene preservato il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati. Tramite la Circolare INPS n. 26 del 30 gennaio 2025 e la Circolare INPS n. 38 del 7 febbraio 2025, è stato specificato il limite massimo complessivo di retribuzione e di contributi figurativi relativi al congedo straordinario. Per l’anno in corso, tale tetto massimo annuale è pari a 57.038 euro.
Ma che succede se viene superato il limite da parte di chi ha beneficiato del congedo? Gli interessati, purtroppo, subiranno delle perdite economiche, perché dovranno fare i conti con la perdita di una parte dello stipendio. Non solo, le conseguenze negative si estenderanno anche alla pensione; percepiranno, infatti, un assegno di ammontare inferiore rispetto a quello che avrebbero ricevuto senza il ricorso al congedo biennale.
Per quanto riguarda la possibilità di andare in pensione in anticipo, infine, chiariamo alla nostra Lettrice che non possiede, attualmente, i requisiti necessari per le due principali misure atte a tale scopo: APE Sociale e Opzione Donna. Per la prima, infatti, servono almeno 63 anni e 5 mesi di età e 30 di contributi, mentre per la seconda 60 anni di età e 35 di contribuzione.
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