In pensione e 58 anni di età: cosa conviene isopensione o opzione donna? Due alternative con vantaggi diversi

Due strade per la pensione a 58 anni di età, l’isopensione e Opzione Donna. Mettiamole a confronto per capire quale conviene. 

Una lavoratrice che si avvicina al momento del pensionamento è giusto che valuti le possibile alternative previste dal sistema previdenziale italiano. Dovrà ragionare su quale sia lo scivolo di pensione anticipata più conveniente oltre che raggiungibile. Volendo lasciare il mondo del lavoro a 58 anni ci sono due opzioni.

Donna dubbiosa
In pensione e 58 anni di età: cosa conviene isopensione o opzione donna? Due alternative con vantaggi diversi (Informazioneoggi.it)

L’età della pensione raggiungibile da tutti i lavoratori è 67 anni. Il riferimento è alla pensione di vecchiaia che prevede oltre al requisito anagrafico anche quello contributivo. Basteranno 20 anni di contributi per uscire dal mondo del lavoro senza penalizzazioni. Le altre strade sono scivoli di pensionamento anticipato, invece, che prevedono dei tagli. Già il fatto di lasciare il lavoro prima dei 67 anni comporta una riduzione dell’importo a causa dell’applicazione dei coefficienti di trasformazione meno convenienti (calcolo contributivo).

Se poi aggiungiamo altre penalizzazioni, poi, il taglio si fa più netto. Prendiamo l’esempio di Opzione Donna. Pur avendo versato contributi prima del 1996 si dovrà calcolare la pensione con il sistema contributivo. Questo può significare una riduzione dell’assegno dal 10 al 30%. Logico che le lavoratrici ci pensino bene prima di scegliere questa strada. Forse converrebbe l’isopensione?

Isopensione e Opzione Donna a confronto

Poniamo il caso di una donna di 58 anni con 35 o più anni di contributi, due figli e un familiare disabile. Se caregiver da almeno sei mesi è giusto che valuti la possibilità di lasciare il mondo del lavoro con Opzione Donna attendendo, però, il compimento dei 59 anni. Con due figli, infatti, è questa l’età di pensionamento secondo le attuali regole dello scivolo di pensionamento anticipato.

Pensionata fa i conti
Isopensione e Opzione Donna a confronto (Informazioneoggi.it)

C’è una precisazione importante da fare. Essere caregiver non basta. Il familiare disabile dovrà essere il coniuge oppure un parente di primo grado o affine se i genitori o il coniuge del disabile fossero mancanti, disabili essi stessi oppure over 70. Non solo, è richiesta la convivenza per poter accedere ad Opzione Donna e che la disabilità sia grave. Tanti dettagli, dunque, che potrebbero escludere dalla platea delle beneficiarie. Opzione Donna è concessa anche alle lavoratrici invalide al 74% e alle addette impiegate in un’azienda in stato di crisi.

L’isopensione, invece, è un pensionamento diverso a carico del datore di lavoro. Riguarda solo i dipendenti a tempo indeterminato e i dirigenti in esubero che matureranno i requisiti minimi contributivi e anagrafici alla pensione di vecchiaia o anticipata (41 anni e dieci mesi di contributi per le donne) entro massimo sette anni dalla cessazione del rapporto di lavoro.

Le aziende e i dipendenti dovranno accordarsi e scegliere l’isopensione in caso di situazioni di crisi, riorganizzazione aziendale, trasformazione delle attività di lavoro. I sindacati interverranno per monitorare le operazioni. Rispetto ad Opzione Donna c’è il vantaggio di poter ricevere subito la prestazione, il mese successivo la risoluzione del rapporto di lavoro. Con Opzione donna si attendono 12 mesi se dipendenti e 18 mesi se autonome.

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