Ben 7 metodi per andare in pensione per chi lavora nel mondo della scuola: quali sono i più vantaggiosi?

È attiva la finestra per la presentazione della domanda di pensione per il personale scolastico. Analizziamo le misure disponibili.

I docenti e il personale ATA possono presentare domanda per accedere al pensionamento. Le istanze potranno essere inoltrate entro il prossimo 21 ottobre o, per i dirigenti scolastici, il 28 febbraio 2026 e consentiranno di usufruire di uno dei sette metodi a disposizione per l’uscita definitiva dal mondo del lavoro.

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Ben 7 metodi per andare in pensione per chi lavora nel mondo della scuola (informazioneoggi.it)

La scadenza riguarda esclusivamente i lavoratori la cui pensione avrà decorrenza settembre 2026. Ma quali sono i principali metodi per il congedo definitivo e come fare per scegliere quello più adatto alle proprie esigenze? Ecco i dettagli per le cessazioni ordinarie e i pensionamenti speciali.

Pensione scuola: le alternative attive, ma occhio alla scadenza del termine per le domande

Dal 26 settembre 2025, i lavoratori del comparto scuola possono inviare la domanda di pensione, attraverso la piattaforma POLIS- Istanze online. Per i lavoratori all’Estero e i residenti nelle regioni autonome di Trento, Bolzano e Valle d’Aosta, invece, sono previste apposite modalità.

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Pensione scuola: le alternative attive, ma occhio alla scadenza del termine per le domande (informazioneoggi.it)

Se si accedere al portale POLIS, però, si nota che sono attualmente attive ben sette tipologie di istanze, ognuna con propri requisiti. La pensione di vecchiaia, innanzitutto, è accessibile con 67 anni di età e 20 di contributi (maturati entro il 31 dicembre 2026), mentre quella anticipata ordinaria richiede 42 anni e 10 mesi di contributi, per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi per le donne.

I contributivi puri, che hanno iniziato a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996, hanno a disposizione anche la pensione di vecchiaia contributiva, con 71 anni di età e 5 di contributi effettivi, e la pensione anticipata contributiva, per la quale è richiesta un’anzianità anagrafica di 64 anni e una contributiva di 20 anni. È, tuttavia, necessario il raggiungimento di un assegno pari almeno a 3 volte l’Assegno sociale. Per le donne con un figlio, tale condizione scende a 2,8 volte mentre con quelle con due o più figli a 2,6 volte.

Il personale che, entro il 31 dicembre 2021, ha raggiunto 62 anni di età e 38 di contributi può ancora usufruire di Quota 100. Chi, invece, entro il 31 dicembre 2022, ha compiuto 64 anni e maturato 38 anni di contribuzione, può presentare domanda per Quota 102. Per quanto riguarda Quota 103, sono richiesti 62 anni di età e 41 di contribuzione entro il 31 dicembre 2023 e prevede il pagamento di un assegno non superiore a 5 volte il trattamento minimo, fino al compimento dell’età pensionabile. Per chi matura tali requisiti dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, l’assegno avrà un importo massimo di 4 volte il trattamento minimo, sempre fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

Opzione Donna, infine, richiede 60 anni di età e 35 di contribuzione entro il 31 dicembre 2022 o 61 anni di età e 35 di contributi perfezionati dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024. Per le lavoratrici con un figlio, è previsto uno sconto di un anno sul requisito anagrafico, mentre per quelle con più figli una riduzione di due anni.

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