Quanto tempo passa tra l’accoglimento della domanda di pensione e il pagamento? Chiariamo quali sono le tempistiche dell’INPS.
Per ottenere il pagamento delle prestazioni previdenziali da parte dell’INPS, gli interessati devono presentare apposita domanda, direttamente in maniera telematica (tramite il sito ufficiale dell’Ente), chiamando il Contact Center INPS oppure rivolgendosi a un Patronato. In Redazione è arrivato il seguente quesito:

“Salve, contatto per avere un’informazione. L’INPS mi ha comunicato che la liquidazione della mia pensione di inabilità, comprensiva di arretrati. L’operazione è datata 22 settembre ma, al momento, non compare sul cedolino. Quanto tempo devo attendere affinché possa vederlo? Grazie“. Illustriamo quali sono le tempistiche per il pagamento della pensione dall’accoglimento della domanda e analizziamo il caso nel dettaglio, fugando tutti i dubbi.
Ritardi nel pagamento della pensione: cosa fare?
Chiariamo subito al nostro gentile Lettore che, dalla presentazione dell’istanza, i tempi di risposta dell’INPS variano dai 50 giorni, per le richieste meno complesse (ad esempio, la pensione di reversibilità) ai 55 giorni la pensione di vecchiaia e quella anticipata, fino ai 120 giorni per le pratiche più complicate, come la pensione di inabilità in cumulo.

Nel caso specifico della pensione di inabilità, sono richiesti 85 giorni, così come per l’Assegno Ordinario d’Invalidità, la pensione dei fondi speciali e i riscatti e le ricongiunzioni. Sulle tempistiche per l’erogazione della pensione, tuttavia, incidono diversi elementi, spesso alla base di ritardi e rinvii. In particolare, i richiedenti devono prestare attenzione alla completezza della documentazione allegata, ai dati inseriti, all’eventualità di acquisire informazioni da enti terzi o da istituzioni estere, alla complessità della propria situazione contributiva (ad esempio, la presenza di carriere miste tra privato e pubblico). In alcuni periodi, inoltre, potrebbe esserci un elevato numero di istanze e, dunque, l’INPS potrebbe avere bisogno di più tempo.
In tutte le ipotesi problematiche, potrebbe essere disposta la sospensione dei termini e, di conseguenza, anche il pagamento della pensione subirà dei ritardi. Sulla base di quanto stabilito dal “Regolamento per la definizione dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi“, l’INPS procede con la sospensione quando ha bisogno di reperire informazioni aggiuntive o certificazioni non allegate dagli interessati, ma fondamentali per la valutazione della domanda.
Il Regolamento prevede anche l’obbligo, da parte dell’INPS, di risarcire il danno ingiusto causato dal ritardo doloso o colposo. Ma cosa può fare il Lettore in caso di ritardi eccessivi? Se non vengono rispettate le tempistiche elencate, si può inviare un sollecito telematicamente o tramite PEC, oppure chiamare il Contact Center INPS. In alternativa, ci si può rivolgere al Responsabile del Procedimento o segnalare l’anomalia attraverso il sito INPS. Solo nelle ipotesi più estreme, è consigliato adire il giudice del lavoro. Per un’assistenza completa, raccomandiamo al Lettore di contattare un Patronato.