Pensione a 64 anni: sai che puoi sfruttare il TFR per smettere di lavorare in anticipo?

Dal prossimo anno, i lavoratori potranno usare il TFR e la pensione integrativa per andare in pensione 3 anni prima.

La previdenza complementare è un ottimo metodo per integrare l’assegno pensionistico e, dunque, sopperire alle carenze della previdenza obbligatoria. L’obiettivo di tale sistema (previsto dal Decreto Legislativo n. 252 del 5 dicembre 2005) è quello di assicurare ai lavoratori una rendita futura aggiuntiva, previo versamento di una determinata somma.

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Pensione a 64 anni: sai che puoi sfruttare il TFR per smettere di lavorare in anticipo? (informazioneoggi.it)

Questa tipologia di pensione ha un impatto determinante anche sul TFR, il Trattamento di Fine Rapporto. I lavoratori dipendenti, infatti, possono scegliere di destinare tale prestazione a un Fondo di pensione integrativa. Proprio tale caratteristica potrebbe consentire la svolta dal prossimo anno, permettendo l’utilizzo del TFR confluito nel Fondo per raggiungere i requisiti per la pensione anticipata.

Pensione e TFR: la soluzione che potrebbe aiutare i lavoratori

Dal 2026, i lavoratori dipendenti potranno usare il TFR e farlo confluire in un Fondo integrativo per ottenere una rendita aggiuntiva oppure sfruttarlo per andare in pensione a 64 anni. La proposta è stata avanzata dalla Lega e prevede la facoltà di avvalersi del Trattamento di Fine Rapporto per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro.

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Pensione e TFR: la soluzione che potrebbe aiutare i lavoratori (informazioneoggi.it)

In che modo? Ricorrendo alla pensione anticipata contributiva, per la quale è necessario, oltre alla maturazione di 64 anni di età e di 25 anni di contributi, anche il raggiungimento di un assegno pensionistico di importo pari almeno a 3 volte l’Assegno sociale (ossia a 1.616 euro). Per le donne con un solo figlio, il requisito scende a 2,8 volte l’Assegno sociale, mentre per quelle con almeno due figli a 2,6 volte. Ebbene, chi non riuscirà a raggiungere quest’ultima condizione, potrà avvalersi della rendita del Fondo integrativo oppure utilizzare una quota del TFR. I lavoratori che, invece, riusciranno a maturare l’importo minimo dell’assegno pensionistico solo grazie ai contributi INPS potranno ricevere il TFR normalmente oppure decidere ugualmente di destinarlo a un Fondo pensione, per usarlo in futuro.

Ma c’è anche un’altra novità: la pensione anticipata contributiva, attualmente riservata solo ai contributivi puri (ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996), sarà accessibile a tutti. Bisognerà, però, rispettare i seguenti requisiti:

  • età anagrafica di almeno 64 anni;
  • versamento di almeno 25 anni di contributi effettivi;
  • raggiungimento di un assegno pensionistico di importo non inferiore a 3 volte l’Assegno sociale. Per le madri, è prevista la riduzione di tale presupposto a 2,8 volte l’Assegno sociale se con un solo figlio, oppure a 2,6 volte l’Assegno se con due o più figli.
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