Non tutti sanno che esistono aiuti poco conosciuti per chi si trova senza occupazione.
Trovarsi senza lavoro non è mai semplice. Secondo gli ultimi dati Istat per il mese di luglio 2025, il tasso di disoccupazione generale in Italia è del 6%.
La perdita di un’occupazione o l’impossibilità di trovarne una può generare incertezza, ansia e la sensazione di non avere strumenti concreti per andare avanti. Molte persone, in questi momenti, temono di non riuscire a sostenere le spese quotidiane, mentre altre si chiedono se esistano soluzioni che possano offrire un sostegno reale, almeno temporaneo.

Spesso, però, la preoccupazione più grande nasce dalla mancanza di informazioni chiare: ci sono misure pensate proprio per chi non lavora, ma non tutti ne sono a conoscenza. Alcuni bonus economici e contributi, infatti, vengono richiesti solo da una parte dei potenziali beneficiari, lasciando molti senza un aiuto a cui avrebbero diritto.
Quali sono i bonus per chi non lavora
La normativa italiana prevede diverse forme di sostegno al reddito per chi si trova in condizioni di disoccupazione o inoccupazione. Gli aiuti non sono tutti uguali: alcuni garantiscono un supporto economico mensile, altri offrono strumenti di formazione per rientrare nel mercato del lavoro.

Uno dei più noti è la Naspi, l’indennità di disoccupazione destinata a chi ha perso involontariamente un lavoro subordinato. Per ottenerla servono almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni e la domanda va presentata entro 68 giorni dalla cessazione. L’importo, che può superare i 1.500 euro mensili, viene però progressivamente ridotto dal sesto mese.
Accanto alla Naspi esiste la DisColl, pensata per i collaboratori iscritti alla Gestione Separata INPS. Anche in questo caso l’indennità copre fino al 75% del reddito medio, ma si riduce col passare dei mesi.
Un’altra misura importante è il Supporto Formazione e Lavoro (SFL), rivolto agli adulti tra i 18 e i 59 anni con ISEE basso. Oltre a un assegno mensile, prevede la partecipazione obbligatoria a corsi di formazione e a percorsi di inserimento lavorativo.
Non mancano incentivi specifici come il bonus casalinghe, che offre la possibilità di frequentare corsi di aggiornamento gratuiti, utili per chi vuole rientrare nel mondo del lavoro. Anche se non garantisce un contributo economico diretto, rappresenta un investimento in competenze e opportunità.
Infine, per chi lavora con partita IVA ma subisce un forte calo del reddito, è disponibile l’Iscro. Questa indennità, paragonabile a una cassa integrazione per autonomi, può arrivare fino a 800 euro al mese e viene concessa per un massimo di sei mesi.
Molti di questi aiuti restano poco conosciuti, eppure possono fare la differenza per chi affronta un periodo di difficoltà economica.