Al momento ci sono una serie di strumenti che permettono di andare in pensione. Ma cosa succederà con l’adeguamento nel 2027?
Nelle ultime settimane, si sta discutendo sul possibile aumento dell’età pensionabile, a partire dal 1° gennaio 2027. Se il Governo non introdurrà un provvedimento per impedire l’adeguamento alle aspettative di vita, questi saranno gli ultimi mesi per poter accedere alla pensione di vecchiaia con 67 anni di età e 20 di contribuzione e alla pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contribuzione, per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi, per le donne.

In particolare, sia la pensione di vecchiaia sia quella anticipata ordinaria subiranno un incremento di 3 mesi. Ma chi potrà continuare a beneficiare delle attuali condizioni? E cosa succederà dopo il 2026? Cerchiamo di fugare la maggior parte dei dubbi dei Lettori.
Pensione di vecchiaia e anticipata: aumento in vista dei requisiti di accesso, chi sarà penalizzato?
L’adeguamento biennale dell’età pensionabile alle aspettative di vita rappresenta una misura strutturale dell’ordinamento previdenziale italiano e, dunque, l’eventuale rinvio sarebbe solo momentaneo. Ma cosa succederebbe se il Governo non dovesse impedirlo?

Senza dubbio, i più penalizzati saranno i nati nel 1960, che compiranno 67 anni proprio nel 2027. Dovranno, dunque, maturare 67 anni e 3 mesi per accedere alla pensione di vecchiaia. Stesso discorso per il 2028, ma relativamente ai nati nel 1961. Nel 2025, invece, potranno godere dei presupposti invariati i nati nel 1958 e nel 2026 i nati nel 1959. Per il biennio 2029-2030, potrebbe esserci un ulteriore cambiamento, se dovessero aumentare le aspettative di vita (che nell’ultimo periodo ha subito un arresto solo a causa della pandemia). Di conseguenza, per i nati nel 1962 e nel 1963 la questione potrebbe complicarsi.
Il discorso riguarda anche le pensioni anticipate ordinarie, ossia quelle che non prevedono un presupposto anagrafico. Al momento, sulla base di quanto disposto dalla Legge Fornero, sono necessari almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. È, tuttavia, prevista una finestra mobile di 3 mesi, dalla data di maturazione dei requisiti e quella di accredito della prima rata della pensione. Per il 2026, tali condizioni non cambieranno, ma nel 2027 e nel 2028, per effetto dell’incremento di 3 mesi, potrebbero essere necessari 43 anni e 1 mese di contribuzione per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne, sempre con il rispetto della finestra mobile di 3 mesi.
Non ci sono, ad oggi, notizie ufficiali sulle possibili variazioni dei requisiti per andare in pensione, anche perché prima del 2027 potrebbe essere approvata l’attesissima riforma strutturale del sistema pensionistico, per superare la Legge Fornero.