Riconoscimento disabilità senza visita medica: quando e in quali casi è possibile

Scopri quando è possibile ottenere il riconoscimento della disabilità senza visita medica. Ecco le patologie ammesse, le province coinvolte e come funziona la procedura semplificata.

Negli ultimi anni, il riconoscimento della disabilità in Italia è stato un iter complesso, caratterizzato da tempi di attesa lunghi, passaggi burocratici e la necessità di spostarsi per sostenere la visita medico-legale.

Riconoscimento disabilità senza visita medica: quando e in quali casi è possibile – informazioneoggi.it

Per le persone con gravi limitazioni fisiche o patologie croniche, questo percorso ha rappresentato spesso un ostacolo aggiuntivo, causando disagi e ritardi nell’ottenimento dei benefici e delle tutele previste dalla legge.

Oggi, però, grazie a una nuova procedura introdotta dall’INPS, in determinati casi è possibile ottenere il riconoscimento della disabilità senza la necessità di sottoporsi a una visita in presenza. Si tratta di un’importante semplificazione, pensata per rendere più veloce e accessibile l’iter di accertamento, riducendo al minimo gli spostamenti e alleggerendo il carico per le commissioni mediche.

Il cuore di questa novità è l’accertamento sugli atti, un sistema che consente alla commissione di valutare la richiesta basandosi esclusivamente sulla documentazione sanitaria prodotta dal cittadino, senza convocarlo fisicamente. Questa modalità è riservata a casi in cui la diagnosi e la gravità della condizione siano chiaramente documentabili e non necessitino di ulteriori verifiche cliniche dirette.

Quando è possibile il riconoscimento senza visita

Attualmente, la procedura semplificata riguarda solo alcune patologie: disturbi dello spettro autistico, diabete di tipo 2 e sclerosi multipla. Si tratta di condizioni per le quali la documentazione clinica e specialistica è considerata sufficiente per determinare il grado di invalidità. La sperimentazione è attiva in alcune province italiane: Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste.

Per accedere a questo percorso, il medico curante deve compilare e inviare telematicamente all’INPS il certificato medico introduttivo, inserendo il codice diagnostico corretto e allegando tutta la documentazione necessaria: referti, cartelle cliniche, esami specialistici e ogni elemento utile a dimostrare l’impatto della patologia sulla vita quotidiana del richiedente.

Un passaggio fondamentale è la compilazione del questionario Whodas 2.0, sviluppato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo strumento misura le limitazioni funzionali in sei aree: capacità di comprensione e comunicazione, mobilità, cura di sé, interazioni sociali, svolgimento delle attività quotidiane e partecipazione alla vita comunitaria. Le risposte forniscono un quadro chiaro alla commissione, che può così prendere una decisione senza visita diretta.

Oltre a velocizzare l’iter, questa modalità riduce notevolmente lo stress e le difficoltà per il cittadino, che non deve affrontare spostamenti né attese in sede di convocazione. È un passo avanti verso una pubblica amministrazione più accessibile e attenta alle reali esigenze delle persone con disabilità, in attesa di un’estensione nazionale della procedura.

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