Legge 104 o Ape sociale: quale misura è la migliore per andare in pensione in anticipo? Ecco la verità

Se sei un caregiver e vuoi smettere di lavorare, puoi contare sul congedo 104 e sull’Ape sociale per andare in pensione.

Il nostro ordinamento previdenziale prevede delle misure che permettono ai caregivers, ossia coloro che si prendono cura di un familiare disabile grave, di accedere alla pensione anticipata. In particolare, sono due gli strumenti che possono essere sfruttati: il congedo straordinario e l’Ape sociale.

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Legge 104 o Ape sociale: quale misura è la migliore per andare in pensione in anticipo? Ecco la verità (informazioneoggi.it)

Entrambi assicurano degli indiscutibili vantaggi, ma i requisiti richiesti e le conseguenze del loro utilizzo sono differenti. Scopriamo, dunque, quale risulta più conveniente per la futura pensione.

Congedo 104 e Ape sociale: guida alla scelta tra le due agevolazioni

Il congedo straordinario consiste in un periodo di assenza retribuita dal lavoro della durata massima di due anni, riservato ai lavoratori dipendenti (privati o pubblici) che prestano assistenza a un familiari affetto da disabilità grave. Durante tale periodo si ha diritto, oltre che allo stipendio, anche alla conservazione del posto di lavoro e all’accredito dei contributi figurativi.

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Congedo 104 e Ape sociale: guida alla scelta tra le due agevolazioni (informazioneoggi.it)

Tale misura è consigliata a coloro che non hanno intenzione di lasciare il lavoro in maniera definitiva, ma ha bisogno di una pausa prolungata per svolgere il proprio ruolo assistenziale, senza ripercussioni professionali.

L’Ape sociale, invece, è un vero e proprio strumento di flessibilità in uscita, che consente di smettere di lavorare e di ottenere un assegno mensile fino alla maturazione dell’età pensionabile. Per accedervi è necessario appartenere ad alcune categorie di beneficiari (invalidi al 74%, caregivers, disoccupati e addetti a mansioni gravose) e possedere i seguenti requisiti:

  • almeno 63 anni e 5 mesi di età;
  • almeno 30 anni di contribuzione. Per gli addetti a mansioni gravose sono richiesti 36 anni di contributi;
  • mancata titolarità di pensione diretta.

L’ammontare dell’Ape Sociale è minore dello stipendio e non può superare i 1.500 euro lordi al mese. Non prevede, poi, l’accredito dei contributi figurativi. Ma quale delle due misure è quella migliore per i caregivers? Non esiste una risposta univoca, ma tutto dipende dai requisiti posseduti e dalla volontà o meno di continuare a lavorare. Il congedo straordinario, infatti, è consigliabile se si è lontani dalla pensione e si vuole continuare a beneficiare di tutti i vantaggi del proprio lavoro, inclusi retribuzione e accredito dei contributi. L’Ape sociale, al contrario, è preferibile se si hanno le condizioni richieste e se si vuole definitivamente lasciare il lavoro. In alcuni casi, si potrebbe prima richiedere il congedo 104 e, al termine, sfruttare l’Ape sociale fino alla maturazione dei presupposti per la pensione di vecchiaia.

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