Rendita di reversibilità, nuovi tagli: l’allarme per molti

Pensione di reversibilità, tagli sull’assegno: il chiarimento, ecco a chi spetteranno. 

Quando un familiare viene a mancare spesso, oltre al dolore emotivo della perdita, i superstiti si trovano a dover affrontare difficoltà economiche non indifferenti; non solo per quanto concerne le spese funerarie ma anche per la gestione stessa del nucleo familiare.

Donna anziana
Rendita di reversibilità, nuovi tagli: l’allarme per molti – informazioneoggi.it

La situazione si fa ancora più drammatica quando il caro estinto era la fonte di sostentamento principale, se non unica, della famiglia. Proprio per far fronte a questa problematica è stata istituita la rendita di reversibilità, ovvero un trattamento pensionistico riconosciuto ai familiari superstiti in caso di decesso del pensionato o dell’assicurato.

L’importo dell’assegno corrisposto agli aventi diritto varia sulla base di numerose varianti e potrebbe essere sottoposto a tagli non indifferenti in specifiche circostanze.

Rendita di reversibilità: soglie reddituali e modalità di calcolo

L’esperto di economica Masimo Fracaro, caporedattore del settimanale L’Economia, ha recentemente riacceso il dibattito sui tagli alla rendita di reversibilità, stabiliti dalla legge Dini.

La rendita di reversibilità è un diritto che spetta sempre ai coniugi superstiti e, tendenzialmente, la somma corrisposta è pari al 60% della pensione incassata dal partner scomparso. Tuttavia, la normativa prevede dei tagli applicati in base al reddito personale del beneficiario.Queste decurtazioni, introdotte dalla riforma Dini e confermate negli anni successivi, mirano a evitare un cumulo eccessivo tra pensioni e altri redditi. Generalmente le aliquote di reversibilità sono stabilite nelle seguenti misure:

  • Coniuge solo 60%
  • Coniuge e un figlio 80%
  • Coniuge e due o più figli: 100%

I tagli alla rendita di reversibilità si attivano quando il reddito annuo del beneficiario supera precise soglie stabilite dalla legge. Tuttavia, la Corte Costituzionale ha stabilito che la decurtazione non può superare la quota eccedente i limiti reddituali, tutelando così il diritto alla pensione.

Le soglie reddituali per l’applicazione dei tagli sono aggiornate annualmente e suddivise in fasce. Sul sito dell’INPS gli ultimi dati fanno riferimento al 2022:

  • Nessun taglio fino a 20.489,82 euro di reddito annuo
  • Taglio del 25% per redditi tra 20.489,82 e 27.319,76 euro
  • Taglio del 40% per redditi tra 27.319,76 e 34.149,70 euro
  • Taglio del 50% per redditi superiori a 34.149,70 euro.

Questi criteri sono validi per tutti i tipi di beneficiari della rendita, inclusi coniugi, genitori e fratelli. È bene ricordare che gli aventi diritto alla rendita di reversibilità possono variare. Accanto al coniuge, possono avere diritto anche i genitori del pensionato o assicurato, a condizione che siano a carico e abbiano almeno 65 anni al momento del decesso. Inoltre, la pensione può spettare ai fratelli e sorelle, purché siano celibi o nubili, inabili al lavoro e a carico del defunto al momento della sua morte.

Oltre a questi, la legge prevede che possano essere destinatari della rendita anche i figli minorenni, quelli inabili al lavoro, e i figli maggiorenni studenti fino a certi limiti di età e condizione economica.

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