I rendimenti di alcuni Buoni Postali vanno restituiti. Da cosa nasce l’errore e perché potrebbe essere molto grave?
Cassa Depositi e Prestiti ha compiuto una serie di errori destinati a incidere negativamente sui Buoni Fruttiferi Postali. In alcuni casi, i sottoscrittori hanno ricevuto avviso per la restituzione di somme ricevute indebitamente, per importi che superano anche i 6 mila euro.

Si tratta di una vicenda destinata ad avere dei risvolti significativi per gli interessati. L’avviso, infatti, di riferisce a errori compiuti a marzo 2025, accertati solo ora, ma intanto i soldi potrebbero essere stati già spesi o destinati altrove (ad esempio per rate o bollette). Trattandosi di un errore tecnico, i risparmiatori non possono essere considerati responsabili e non potevano conoscerlo. Ma cosa è successo?
Richiesta di restituzione da Poste Italiane: quali Buoni Postali coinvolge?
I sottoscrittori di Buoni Fruttiferi Postali indicizzati emessi nel mese di marzo 2015 e appartenenti alla serie J47 (rimborsati a marzo 2025) stanno segnalando la ricezione di raccomandate da parte di Poste Italiane contenenti un avviso relativo a un errore di calcolo effettuato da Cassa Depositi e Prestiti, da cui sono derivati rimborsi maggiori del dovuto. Con la lettera, inoltre, si viene informati che le somme in eccesso verranno recuperate.

Ma da cosa è dipeso l’errore? Cassa Depositi e Prestiti avrebbe considerato coefficienti di indicizzazione all’inflazione sbagliati, che hanno determinato il pagamento di un rimborso maggiore rispetto a quello dovuto per i Buoni Postali posseduti. L’avviso inviato il 14 luglio, tuttavia, informava che lo storno del denaro accreditato e ricevuto in modo indebito sarebbe stato prelevato dal 23 luglio direttamente su Conto Bancoposta. I risparmiatori coinvolti, dunque, hanno avuto pochissimo tempo per rimettere sul conto le somme .
Per motivare l’operazione di recupero, Poste Italiane ha richiamato la seguente clausola del contratto del conto Bancoposta o del libretto: “Fatto salvo quanto previsto dal Contratto Quadro, il correntista autorizza preventivamente Poste Italiane ad addebitare sul Conto Corrente, in qualsiasi momento, gli importi non dovuti al correntista relativi a somme indebitamente e/o erroneamente accreditate sul conto”. Per molti esperti, tuttavia, questa norma non potrebbe essere applicata al caso in oggetto, perché non si tratta di denaro che è stato accreditato per sbaglio sul conto (ad esempio una pensione o uno stipendio non dovuto oppure un bonifico destinato a un altro soggetto).
Le somme in eccesso derivano dal rimborso dei Buoni Postali e la loro determinazione è legata a un errore tecnico, che il risparmiatore non poteva conoscere. Di conseguenza, non sarebbe valida la clausola contrattuale. Poste Italiane, intanto, ha annunciato che, dopo lo storno, gli interessati potranno usufruire di un buono ammontante al 10% dello storno stesso, entro un massimo di 150 euro. Si tratta di un importo del tutto inadeguato, soprattutto se si considera che bisognerà necessariamente acquistare un nuovo Buono.