Controllando il conto corrente ho trovato 3 pagamenti sospetti con carta, mi sono rivolto subito alla banca ma è successo qualcosa di incredibile

Un semplice controllo del conto corrente ha evidenziato 3 pagamenti sospetti, quello che è successo dopo è davvero incredibile. Ecco cosa è accaduto con la banca. 

Il fatto riguarda un correntista che controllando i movimenti sul suo conto corrente ha scoperto tre spese mai effettuate con la propria carta di debito, per un totale di 1.816 euro, in un negozio fisico.

Donna che controlla i conti con calcolatrice in mano
Controllando il conto corrente ho trovato 3 pagamenti sospetti con carta, mi sono rivolto subito alla banca ma è successo qualcosa di incredibile – Informazioneoggi.it

Si è rivolto prima alla banca la quale non ha voluto riconosce il rimborso e poi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF).

Conto corrente e 3 spese sospette: il fatto e il rimborso parziale della banca

Nello specifico, il caso riguarda un correntista che durante un normale controllo online del proprio conto corrente, si è accorto che erano state effettuati tre acquisti con la sua carta di debito presso un negozio fisico a Milano.

Donna dubbiosa con telefonino in mano
Conto corrente e 3 spese sospette: il fatto e il rimborso parziale della banca – Informazioneoggi.it

Però, lui si trovava a Roma e ha subito disconosciuto le operazioni, rivolgendosi alla banca. Quest’ultima ha respinto la richiesta di rimborso, sostenendo che i pagamenti erano stati autorizzati tramite wallet digitale e con tutte le misure di sicurezza previste dalla normativa europea, come l’autenticazione forte (SCA). Il cliente si è rivolto all’Arbitro bancario finanziario chiedendo il rimborso delle somme sottratte.

A sua difesa la banca ha spiegato che per attivare il wallet su un nuovo dispositivo erano stati utilizzati i codici personali del cliente e un codice OTP inviato al telefono registrato. Inoltre, le azioni non presentavano nessuna anomalia, la carta del cliente non risultava clonata ma probabilmente usata da qualcuno che era riuscito ad accedere ai dati del cliente.

Il Collegio dell’ABF, dopo aver esaminato la documentazione, ha constatato che le tre operazioni erano state effettuate nello stesso giorno, nello stesso negozio e con la stessa carta. Questo, secondo quanto previsto dal Ministero dell’Economia, è un possibile indicatore di frode.  Alla luce di queste considerazioni, l’ABF ha deciso di accogliere il ricorso in modo parziale, disponendo che la banca versi 150 euro al cliente, a titolo di rimborso equitativo. Nessun rimborso, invece, per l’intera somma contestata. La banca dovrà inoltre versare 20 euro al cliente per le spese del ricorso e 200 euro alla Banca d’Italia per i costi della procedura. (Decisione numero 3052 del 21 marzo 2025)

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